DISOCCUPAZIONE GIOVANILE E LAVORO NERO: LE DUE PIAGHE CHE ASSILLANO SOPRATTUTTO LA PROVINCIA DI LATINA
“L’unica speranza per i nostri giovani oggi è quella di andare a fare i camerieri o i bagnini e sono fortunati se vengono assicurati. In situazioni del genere le mafie dilagano. Venite a Ventotene e capirete la gravità della situazione”.
Ci è stato rimesso in questi giorni questo messaggio, un invito che ci induce ad aprire un capitolo veramente doloroso:
quello che riguarda la mancanza di prospettive occupazionali per i nostri giovani e il loro sfruttamento.
Un problema che, in verità, non investe solo Ventotene, ma tutto il Paese e, in particolare, la provincia di Latina a causa di un lento ma inesorabile processo di mafiosizzazione che l’ha investita.
Dilaga l’economia illegale e, con l’espansione di questa, è inevitabile l’inquinamento mafioso delle istituzioni e della politica.
Si afferma “’o sistema”, il sistema di cui le principali vittime sono appunto i giovani.
Lo sappiamo e lo vediamo ogni giorno: l’unica speranza di lavoro per moltissimi giovani diplomati ed anche laureati abitanti nei nostri comuni rivieraschi è quella di andare a fare per un paio di mesi i camerieri o i bagnini.
Moltissimi, ovviamente, “in nero”, senza assicurazione, cioè.
Succede a Fregene, come a Civitavecchia, a Ladispoli come ad Ostia, a San Lorenzo come ad Anzio, a Latina come a Terracina, a Sperlonga come a Gaeta, a Formia come a Scauri.
E succede anche a Ventotene.
Il problema dei problemi resta sempre la carenza di controlli da parte delle Istituzioni.
Se forze dell’ordine, direzione provinciale del lavoro, ASL, INPS ed INAIL, con il coordinamento della Prefettura di Latina, promuovessero, tutti insieme, una massiccia e rigorosa campagna di vigilanza e repressione particolarmente nei mesi estivi su tutto il territorio della provincia di Latina – e, quindi, anche a Ventotene -, certe giuste lamentele non ci sarebbero più.