Vieni via con me, l’elenco di Maroni al Tg5
Davide Boni, presidente del consiglio della Lombardia invita Saviano in aula.
La polemica non si placa. Il duello a distanza tra lo scrittore Roberto Saviano e il ministro Roberto Maroni si infiamma.
Se RaiTre non vuole ospitare l’esponente leghista nella prossima puntata di “Vieni via con me”, allora il Tg5 nell’edizione di oggi delle 13 declama l’elenco dei 28 boss della criminalità organizzata arrestati nell’era Maroni (
qui il video di Repubblica Tv postato su YouTube).
L’ ”elenco di Maroni” è stato proposto con i nomi dei boss, la loro organizzazione criminale di appartenenza e le foto.
Tutti contro Saviano
Prima il ministro Maroni che minaccia querele e scrive ai vertici della Rai. Poi il quotidiano Avvenire che attacca Vieni via con me per la “faziosità” con cui ha trattato i casi Englaro e Welby.
Infine, l’attacco del Giornale attraverso la penna velenosa del direttore Sallusti, che definisce il metodo Saviano, un “metodo mafioso”.
Ruffini, direttore di RaiTre, cerca di gettare acqua sul fuoco e annuncia che se vorrà Maroni potrà inviare una nota o un video per dare la propria versione dei fatti, e che sicuramente avrà spazio nella prossima puntata del programma.
Ma al ministro non basta e pretende di essere ospitato lunedì prossimo.
La rabbia di Maroni
”Qui stiamo parlando di una cosa che è stata detta in trasmissione: ‘la ‘ndrangheta al nord interloquisce con la Lega’. Questa -continua Maroni- è l’affermazione che io respingo. E’ una grave falsità. Come ministro e come leghista mi sento offeso e chiedo il diritto di andare a replicare perchè è un’affermazione totalmente infondata e falsa”.
E poi la richiesta: “Ho chiesto alla Rai di poter andare in quella stessa trasmissione e dire qual è la verità dei fatti. Se la Rai mi dice di no accetterò questa cosa, però non posso non sottolineare che al ministro dell’Interno viene negato il diritto di replicare. Una sorta di bavaglio, di censura che in pochi Paesi accade”.
L’invito di Boni
Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni (Lega Nord), questa mattina invece ha invitato lo scrittore a intervenire in aula per raccontare tutto ciò che sa sulla collusione tra ‘ndrangheta e politica in Lombardia.
“Da Fazio vestito da Sandokan”
Intanto il ministro Maroni, continua a punzecchiare Saviano. “Se dovessero invitarmi andrò vestito da Sandokan…”.
Il ministro dell’Interno, parlando con i cronisti a Montecitorio, ironizza così sulle parole dello scrittore.
Maroni ribadisce di aver chiesto ai vertici della Rai una replica in trasmissione da Fabio Fazio e di aspettare le decisioni del Cda.
La sua battuta fa riferimento alle parole dell’autore di “Gomorra”, che ha paragonato le espressioni di Maroni a quelle di ‘Sandokan Schiavone’, il boss dei Casalesi.
L’intervista di Saviano
In un’intervista rilasciata oggi al quotidiano La Repubblica, Roberto Saviano rispondendo agli attacchi del ministro ha detto: “Una frase che mi ha molto inquietato”, lì dove Maroni chiede allo scrittore di ripetere le accuse di lunedì “guardandolo negli occhi”.
Racconta lo scrittore: “‘Mi ha ricordato un altro episodio. Su ‘Repubblica’ scrissi una lettera a Sandokan Schiavone dopo l’arresto del figlio. Lo invitavo a pentirsi. L’avvocato di Schiavone mi rispose: voglio vedere se Saviano ha il coraggio di dire quelle cose guardando Sandokan negli occhi. Per la prima volta, da allora, ho riascoltato questa espressione. E sulla bocca del ministro dell’Interno certe parole sono davvero inquietanti”.
Metodo mafioso
Di tutt’altro tono, invece, la critica di Sallusti. “Raitre inaugura il metodo Saviano”, scrive oggi il direttore del Giornale in un editoriale. Per lui Roberto Saviano è uno “scrittore sopravvalutato” che utilizza per attaccare i suoi nemici un “metodo mafioso”.
“In che cosa consiste il metodo Saviano?”, scrive il quotidiano della famiglia berlusconi, “Semplice. Si prende un signore o un partito, nel caso in questione la Lega, e, con frasi allusive, ricostruzioni parziali, narrazione mischiata a cronaca, si lascia intendere all’ascoltatore che tra il soggetto in questione e la mafia c’è un certo feeling, se non addirittura complicità”.
Il nuovo padrino
Scrive ancora Sallusti: “La mafia l’ha studiata al punto da mutuarne metodi e scopi. Il suo è stato infatti un monologo politicamente e culturalmente mafioso contro un grande partito, la Lega, guarda caso in queste ore unico fedele alleato, e quindi possibile salvagente, di Silvio Berlusconi”. E poi: “Infangare, seminare il dubbio, lasciare i discorsi a metà. Saviano è il nuovo padrino della cosca che ha infiltrati ovunque, nei giornali e nelle televisioni, nell’Ordine dei giornalisti che guarda, ascolta e, ovviamente, a loro, e solo a loro, lascia fare”.
Barbara Cataldi