L’ultimo intervento del Presidente della Repubblica sull’importanza della discussione della manovra economica lascia poco spazio ai dubbi: il ddl intercettazioni è destinato a essere discusso dopo e finirà rimandato, sempre più probabilmente, a settembre. Cicchitto spera ancora nel sì rapido del Parlamento, ma nel frattempo arriva anche l’avvertimento della Commissione europea
Priorità alla manovra, accantonamento, per ora, delle intercettazioni. L’appello di Giorgio Napolitano a prestare la massima attenzione alla manovra economica e a concentrare su di essa il lavoro parlamentare fino alla pausa estiva, non lascia molti dubbi: per il Presidente della Repubblica il ddl intercettazioni non è all’ordine del giorno, e anche se non lo dice esplicitamente, appare abbastanza evidente il richiamo del Capo dello Stato alla ricerca di una comune responsabilità nazionale “evitando che il confronto su una materia già tanto ardua, qual è quella dei provvedimenti urgenti per la finanza e l’economia, sia negativamente condizionata da tensioni politiche già acute su tutt’altra materia” .
Niente divisione né tantomeno litigi, dunque, su una materia scivolosa come quella delle intercettazioni perché è il momento di serrare le fila e cercare un minimo di condivisione su provvedimenti molto più urgenti. Anche il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, si dice d’accordo con il richiamo di Napolitano visto che di intercettazioni “si parla ormai da tre anni e una legge ancora non si è fatta; se non se ne parla per due mesi non cambia nulla”. Anche perché, secondo Casini, la legge va cambiata: “Non possiamo – ha spiegato il leader centrista – per una finalità come garantire la privacy, aumentare la delinquenza. E’ inaccettabile abbassare il tasso di legalità nel Paese”. Anche il Partito Democratico, per voce del vicesegretario, Enrico Letta, insiste sul cambiamento a cui va sottoposto il provvedimento così come approdato alla Camera: “la difesa della privacy – afferma Letta – non sia un alibi per mettere i bastoni tra le ruote alla magistrature. Il buon senso – conclude l’esponente democratico – deve prevalere, significa che la legge va rivista profondamente e deve essere cambiata nei suoi pilastri fondamentali”.
Sempre più probabile appare quindi lo slittamento della discussione della legge a settembre. Lo stesso ministro della Giustizia, Angelino Alfano, chiarisce che “il tempo parlamentare non lo stabilisce il Governo, se ne occuperà la conferenza dei capigruppo”, come a dire che si è fatto tutto il possibile e se dall’aula di Montecitorio non arriva il via libera però, ci si dovrà fermare. Non la pensa così il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, secondo cui “la manovra economica, come afferma il Presidente Napolitano, certamente deve avere la priorità, ma nulla impedisce alla Camera – continua Cicchitto – di arrivare, anche in terza lettura, ad una definizione della legge sulle intercettazioni, visto lo stato molto avanzato del lavoro già fatto, che eventualmente può essere approfondito e concluso prima della pausa estiva”. Un intervento sulle intercettazioni è arrivato anche dall’Europa. La responsabile europea per la Giustizia, Viviane Reding, infatti, con un’intervista apparsa stamattina sul quotidiano La Repubblica, ha assicurato che quando il ddl sarà approvato “lo analizzeremo a fondo tenendo presente che la Commissione difende sempre la libertà dei media e di informazione che sono valori fondamentali per l’Ue”.
Richiamando l’alto valore simbolico della Carta europea, la commissaria Ue ha sottolineato l’importanza della libertà di stampa che contiene “i principi di base che i governi devono rispettare quando hanno a che fare con i giornalisti, come il divieto di censurare, il libero accesso alle fonti e la libertà di trovare e pubblicare le notizie. Confido – ha concluso la Reding – che il governo italiano rispetti questi principi”.
Luca Rossi
L’ultimo intervento del Presidente della Repubblica sull’importanza della discussione della manovra economica lascia poco spazio ai dubbi: il ddl intercettazioni è destinato a essere discusso dopo e finirà rimandato, sempre più probabilmente, a settembre. Cicchitto spera ancora nel sì rapido del Parlamento, ma nel frattempo arriva anche l’avvertimento della Commissione europea
Priorità alla manovra, accantonamento, per ora, delle intercettazioni. L’appello di Giorgio Napolitano a prestare la massima attenzione alla manovra economica e a concentrare su di essa il lavoro parlamentare fino alla pausa estiva, non lascia molti dubbi: per il Presidente della Repubblica il ddl intercettazioni non è all’ordine del giorno, e anche se non lo dice esplicitamente, appare abbastanza evidente il richiamo del Capo dello Stato alla ricerca di una comune responsabilità nazionale “evitando che il confronto su una materia già tanto ardua, qual è quella dei provvedimenti urgenti per la finanza e l’economia, sia negativamente condizionata da tensioni politiche già acute su tutt’altra materia” .
Niente divisione né tantomeno litigi, dunque, su una materia scivolosa come quella delle intercettazioni perché è il momento di serrare le fila e cercare un minimo di condivisione su provvedimenti molto più urgenti. Anche il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, si dice d’accordo con il richiamo di Napolitano visto che di intercettazioni “si parla ormai da tre anni e una legge ancora non si è fatta; se non se ne parla per due mesi non cambia nulla”. Anche perché, secondo Casini, la legge va cambiata: “Non possiamo – ha spiegato il leader centrista – per una finalità come garantire la privacy, aumentare la delinquenza. E’ inaccettabile abbassare il tasso di legalità nel Paese”. Anche il Partito Democratico, per voce del vicesegretario, Enrico Letta, insiste sul cambiamento a cui va sottoposto il provvedimento così come approdato alla Camera: “la difesa della privacy – afferma Letta – non sia un alibi per mettere i bastoni tra le ruote alla magistrature. Il buon senso – conclude l’esponente democratico – deve prevalere, significa che la legge va rivista profondamente e deve essere cambiata nei suoi pilastri fondamentali”.
Sempre più probabile appare quindi lo slittamento della discussione della legge a settembre. Lo stesso ministro della Giustizia, Angelino Alfano, chiarisce che “il tempo parlamentare non lo stabilisce il Governo, se ne occuperà la conferenza dei capigruppo”, come a dire che si è fatto tutto il possibile e se dall’aula di Montecitorio non arriva il via libera però, ci si dovrà fermare. Non la pensa così il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, secondo cui “la manovra economica, come afferma il Presidente Napolitano, certamente deve avere la priorità, ma nulla impedisce alla Camera – continua Cicchitto – di arrivare, anche in terza lettura, ad una definizione della legge sulle intercettazioni, visto lo stato molto avanzato del lavoro già fatto, che eventualmente può essere approfondito e concluso prima della pausa estiva”. Un intervento sulle intercettazioni è arrivato anche dall’Europa. La responsabile europea per la Giustizia, Viviane Reding, infatti, con un’intervista apparsa stamattina sul quotidiano La Repubblica, ha assicurato che quando il ddl sarà approvato “lo analizzeremo a fondo tenendo presente che la Commissione difende sempre la libertà dei media e di informazione che sono valori fondamentali per l’Ue”.
Richiamando l’alto valore simbolico della Carta europea, la commissaria Ue ha sottolineato l’importanza della libertà di stampa che contiene “i principi di base che i governi devono rispettare quando hanno a che fare con i giornalisti, come il divieto di censurare, il libero accesso alle fonti e la libertà di trovare e pubblicare le notizie. Confido – ha concluso la Reding – che il governo italiano rispetti questi principi”.
Luca Rossi
(Tratto da Aprile online)