Il Ddl in aula Montecitorio dal 29 luglio
Il ddl sulle intercettazioni sarà esaminato dall’aula della Camera a partire dal 29 luglio, dopo l’esame della manovra. E’ quanto è stato deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La maggioranza punta dunque a un via libera dell’Aula entro la prima settimana di agosto. E la Lega con Bossi si dice d’accordo a chiudere prima della pausa estiva. Ma arriva subito lo stop del presidente della Camera Gianfranco Fini secondo il quale calendarizzare il ddl sulle intercettazioni a fine luglio è un “puntiglio” ed è “irragionevole” perché è probabile che il voto finale del provvedimento arrivi comunque a settembre, visto che dovrebbe servire una ulteriore lettura del Senato. La presidenza della Camera ha comunque stabilito quel calendario giacchè “era l’orientamento prevalente” tra i gruppi. Infatti, ha poi spiegato Fini, se la presidenza si fosse opposta sarebbe venuta meno al proprio dovere istituzionale. Il finiano Fabio Granata ribadisce: “Lo diciamo da mesi, sulle modifiche non è possibile un accordo compromissorio, altrimenti il provvedimento non è votabile”. Per il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, si tratta di una “forzatura sbagliata”. Per Franceschini “è una vergogna che di fronte a tutti i problemi che hanno gli italiani e su cui la politica, la maggioranza e il governo dovrebbero dare risposte urgenti l’unica priorità per Berlusconi e per il centrodestra sia la legge sulle intercettazioni, ma per loro l’ultima settimana di luglio e la prima di agosto saranno un inferno”. Accuse che il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, rispedisce al mittente. “Non c’è nessuna prova di forza. Il provvedimento – spiega – è stato alla Camera 14 mesi, poi lungamente al Senato e ora è nuovamente all’esame della commissione e sono in corso ulteriori audizioni”. Per il presidente del Garante della Privacy Francesco Pizzetti il fatto che libertà di stampa sia messa in discussione in caso di approvazione del disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche è un allarme “giustificabile” e le scelte legislative fatte in materia dalla maggioranza sono “tanto impegnative quanto oggettivamente discutibili”.
(Tratto da Virgilio Notizie)