Latina, 14 aprile 2005
Sono anni, ormai, che andiamo denunciando l’attività delle “nuove mafie”, in provincia di Latina. Si tratta di un esercito di cosiddetti “imprenditori” che approfittano delle migliaia di disperati venuti da Paesi lontani e che abitano (si fa per dire) nella nostra provincia. Li vendono come schiavi ad altra gente senza scrupoli, che li fa lavorare per quattro soldi nei campi, nei cantieri edili, nei mercati e così via: senza alcuna copertura assicurativa, senza assistenza sanitaria, senza il riconoscimento di alcun diritto.
Parliamo di questi disperati solamente quando muoiono, sulle strade, stipati nelle centinaia di furgoni guidati dai “caporali” che, alle prime luci dell’alba transitano sulle nostre strade, nei cantieri, nei campi.
Il cosiddetto “tavolo”, istituito anni fa dalla Prefettura per coordinare il lavoro degli Enti preposti alla prevenzione e alla repressione infortunistiche, resta uno strumento sulla carta. Le istituzioni, i partiti politici, gli enti vari fanno orecchie da mercante. L’INAIL da oltre 10 anni ha, in provincia di Latina, un solo ispettore. INPS, ASL e Direzione provinciale del Lavoro – tutti insieme – sì e no ne mettono in campo una quindicina. Le forze dell’ordine sono prive di personale, strumenti e risorse per supplire a tali carenze. Poi si fa finta di stupirsi di fronte alle decine di morti per causa di lavoro, morti che sono dei veri e propri omicidi. Vergogna!
Associazione “Antonino Caponnetto”
LA SEGRETERIA