Chi si è trovato presente alla scena dolorosa ha sospettato chi potesse essere l’autore della selvaggia aggressione avvenuta a Formia ai danni di un finanziere (non di un poliziotto, come si era vociferato).
Da una Smart bianca è sceso un uomo, fra i 30 ed i 40 anni, con un attrezzo fra le mani ed ha aggredito violentemente un automobilista riducendolo in gravissime condizioni.
Le caratteristiche di tale aggressione sono state, tenendo conto delle diverse condizioni di luogo e di tempo, più o meno le stesse di quelle di cui è rimasto vittima tempo fa l’avv. Piccolino, massacrato, come si sa, con un crick.
Crick o spranga sono più o meno la stessa cosa.
Ormai a Formia c’è un clima di violenze inaudite.
Basta una parola, uno sguardo, un rigo e ci si trova con la testa spaccata in ospedale.
A dir poco.
Gli stessi modelli di vita della loro terra.
D’altra parte i camorristi l’hanno sempre detto che considerano il territorio del sud del Lazio “terra nostra”, loro territori.
Ed essi non si limitano ad investirvi i loro sporchi capitali, comprando tutto ed inquinando, in tutti i sensi, tutto, politica, istituzioni, società, territorio e quant’altro, ma, quel che è più grave, è il fatto che perpetuano su territori, come appunto il Lazio, che hanno ben altri modelli di vita e culture, i loro metodi bestiali.
Gente che viaggia con attrezzi aggressivi nelle autovetture e che aggredisce violentemente anche per motivi banali dovrebbe essere ristretta in una cella, della quale, poi, andrebbe buttata la chiave.
La Polizia di Stato avrebbe individuato l’autore e sembra che i sospetti dei presenti sull’identità di questo siano risultati fondati.
Ora se ne aspetta l’arresto da un minuto all’altro.
Ma, al di là del fatto in sé, quello che ci preoccupa è il quadro generale.
Noi sappiamo, le forze dell’ordine sanno, i magistrati anche.
Ora bisogna passare all’azione.
Questi signori, con i loro metodi, sono presenti dappertutto.
E vogliono stare dappertutto.
L’altra sera, sempre a Formia, siamo stati testimoni di una sorta di blitz fatto da alcuni soggetti che hanno fatto, non invitati, irruzione in una festa, per controllare evidentemente l’identità dei presenti e per attestare il loro dominio sul territorio.
Una situazione, insomma, inaccettabile alla quale va messa, senza più i tentennamenti e le omissioni del passato, subito fine.