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L’antimafia d’immagine e l’antimafia di azione. Noi siamo per la seconda, come Sonia Alfano

UN’ANTIMAFIA DI IMMAGINE ED UN’ANTIMAFIA DI AZIONE

Sì, ci sono un’antimafia di immagine ed una d’azione. Ha ragione Sonia Alfano quando denuncia che esiste il mestiere del mafioso e quello dell’antimafioso.

Noi siamo per l’antimafia di azione, quella non fatta di convegni, di relazioni che si reggono sul generico, che lanciano l’allarme ma che non indicano le soluzioni. Noi siamo per l’antimafia che denuncia le singole situazioni, dalla Caserma della Guardia di Finanza a Frosinone ubicata nei sottoscala, dove non c’è spazio nemmeno per sistemare le attrezzature, al numero ridicolo degli operatori addetti alla sezione della lotta alla criminalità nella Questura di Frosinone, alla denuncia di insediamenti ed investimenti sospetti, tanto per limitarci a pochi esempi.

E’ riduttivo e deviante, quindi, chiedere l’aumento degli organici delle forze di polizia, senza chiedere, al contempo, l’aumento dei livelli di competenza, di specializzazione, di risorse, di energie.

“Non è facile fare le indagini patrimoniali”, ci diceva tempo fa un investigatore.

Ecco, questo è il problema dei problemi.

Il discorso quindi va spostato sul piano della qualificazione delle indagini, oltreché sui mezzi a disposizione.

Quando un governo decide di tagliare di centinaia di migliaia di euro le risorse alle forze di polizia, di che cosa vogliamo parlare???

Quando il Governo non fa gli arruolamenti da anni, che cosa vuol dire?

Quando i Comandi Generali non si preoccupano di qualificare il personale mettendolo in condizioni di poter affrontare le nuove mafie – che sono “impresa” e dispongono di capitali immensi -, che cosa significa?

Quando non si vuole affrontare il discorso della necessità di alzare il tiro cominciando a scovare quanto avviene negli studi dei commercialisti, dei notai, degli avvocati, dei Tribunali nel settore delle aste ecc. ecc. , di quale lotta alle mafie parliamo?

Queste sono le cose che un’opposizione credibile dovrebbe denunciare con forza, scendendo in piazza, manifestando in pubblico e non limitandosi a fare qualche sporadica dichiarazione ai giornali!

Non è possibile lasciarsi prendere in giro con la promessa del governo di aumentare a 30.000 i soldati nelle strade.

Le mafie moderne non si combattono con i soldati, ma con un lavoro serio di intelligence che non richiede i grandi numeri.

Si tagliano i fondi alle forze di polizia, riducendole quasi all’inerzia, per pagare, poi, trentamila soldati, per fare parata, sceneggiata, per prendere in giro i cittadini!

Stiamo chiedendo da tempo di indagare sulla “provenienza” della montagna di soldi che stanno per essere investiti a Gaeta.

Ci ha risposto il Sindaco di questa città attraverso alcuni giornali invitandoci a stare tranquilli!

Non sappiamo in virtù di quali qualità investigative egli possa essere arrivato ad una conclusione del genere. Ci auguriamo che la sua chiave di lettura sia quella esatta, ma continuiamo ad essere preoccupati soprattutto nel ricordare quanto egli stesso, appena un anno fa, ha dichiarato che Gaeta “è una lavatrice di denaro sporco della Camorra”.

Potremmo continuare all’infinito per parlare della spocchiosità di tanti personaggi della politica e delle istituzioni che mostrano una superficialità davvero deprimente nell’affrontare un problema, quello della presenza delle mafie nell’economia del nostro territorio, che sta diventando la prima emergenza per le pesanti ricadute sul piano economico, sociale, politico.

La nostra economia da legale si sta trasformando in illegale e, quando questo si verificherà interamente, anche la politica e le istituzioni faranno la stessa fine.

Ed allora finiamola di fare antimafia guardando alle carriere che in essa si possono fare, da quella politica a quella economica.

Parliamo veramente di quanto, giorno dopo giorno e sul nostro territorio, fanno le mafie, collaborando con la magistratura e con le forze dell’ordine, stimolandole, pur fra le tante difficoltà in cui esse operano, ad agire nella direzione giusta e non limitandosi ad acchiappare lo spacciatore, il criminale comune, ma andando, invece, a spulciare quello che avviene negli studi notarili soprattutto, in quelli dei commercialisti e degli avvocati e, poi, nella aule dei Tribunali per le aste pubbliche, nei Comuni per il settore delle varianti urbanistiche, delle concessioni edilizie, delle licenze commerciali e così via.