L’ennesima sparatoria a Roma (gravemente ferito un pugile con
precedenti per vari reati) ha scatenato, giustamente, una serie di
attacchi all’inerzia del governo e dell’amministrazione comunale di
fronte all’aumento preoccupante di rapine, furti, scippi, omicidi per
regolamenti di conti tra bande romane. Una situazione quella della
capitale che contrasta drammaticamente con la “Roma città sicura”
sbandierata a ogni piè sospinto dal sindaco o dai suoi assessori. Il
Comune in risposta alle critiche minimizza e comunque annuncia che si
appresta a siglare col ministro Maroni il “terzo patto per la
sicurezza” (!?). I cittadini hanno il diritto di pretendere che si
faccia di tutto per difenderli da borseggi, aggressioni, pallottole
vaganti. Ma c’è anche un altro livello di sicurezza, ancora più
trascurato, un pericolo più subdolo, insediatosi già da parecchio
tempo, ma che ultimamente le dichiarazioni allarmate dei magistrati e
dei prefetti maggiormente impegnati stanno rendendo impossibile
ignorare da parte di una opinione pubblica in genere poco incline ad
accettare l’idea, terribile, che si è circondati da un tessuto,
laziale e romano, sempre più compromesso con le mafie. Mafie che
prosperano con connivenze insospettabili, nell’imprenditoria, nel
mondo finanziario, negli studi professionali. Mafie che prosperano con
connivenze strettissime con la politica, quella politica con la p
minuscola che è stata oggetto degli strali di Antonio Ingroia, nel suo
intervento, di alto contenuto civico, al recente congresso del PdCI.
Il magistrato, che si è dichiarato “partigiano della Costituzione”
(baluardo democratico da difendere contro tutti coloro che vorrebbero
stravolgerla), ci ha invitati ad esercitare ad ogni livello una
Politica con la p maiuscola, che metta davvero al primo posto
un’effettiva lotta per la legalità. Un monito di vitale importanza, di
cui debbono far tesoro, in particolare, coloro che militano nei vari
partiti, perché non si facciano frenare da pericolose indulgenze,
perché non guardino in faccia nessuno, neppure nel proprio
schieramento politico, quando si tratta di combattere collusioni e
compromissioni.
Coordinamento Gruppo Romano Associazione Caponnetto