Caso Fondi – Gli inquirenti delineano ruoli e obiettivi della presunta associazione
Secondo gli inquirenti l’associazione per delinquere, che avrebbe appoggiato quella mafiosa e condizionato l’attività del Comune di Fondi, sarebbe stata composta in particolare dall’ex assessore Riccardo Izzi, dall’immobiliarista Massimo Anastasio Di Fazio, dalla moglie di Izzi, dall’imprenditore fondano Gianfranco R., dalla moglie di Izzi e dal consigliere regionale Romolo Del Balzo. Sempre secondo gli inquirenti, a collaborare con la presunta associazione sarebbe stato poi personale del Comune e, principalmente, la dirigente Tommasina Biondino, che si sarebbe prodigata nel far emettere in fretta mandati di pagamento in favore di società raccomandate da Izzi, gli impiegati dell’ufficio lavori pubblici Rocco Ferri e Gianfranco Mariorenzi, impegnati a istruire e seguire pratiche urbanistiche in favore degli amici dell’assessore, Dario Leone e Pietro Munno, comandante e vice della Municipale, a cui Izzi si sarebbe rivolto per far ottenere ai suoi amici il rilascio di autorizzazioni amministrative ed evitare controlli.
Gianfranco R., secondo gli investigatori, insieme a Izzi, Di Fazio e altre persone sarebbe stato impegnato a predisporre «un’imponente speculazione edilizia». E Del Balzo sarebbe stato utile a ottenere «favoritismi in Regione». Izzi inoltre si sarebbe rivolto al consigliere regionale «anche per le domande di invalidità civile». La moglie di Izzi, infine, sarebbe stata impegnata spesso nell’«attività» del marito. Questo quanto messo nero su bianco sulle informative di reato, ma le indagini sono in corso e le accuse tutte da provare.
(tratto da Il Tempo)