ORA E’ PANICO GENERALE!
Dopo la desecretazione delle dichiarazioni di Carmine Schiavone 16 anni fa davanti alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, è giusto che siano in molti a tremare.
Innanzitutto i negazionisti, coloro cioè, che fino ad ieri hanno tentato di screditare lo Schiavone dandogli del buffone e dell’inattendibile.
Questi irresponsabili debbono spiegarci il “perché” della loro posizione che puzza a mille chilometri di collusione con i clan.
E, poi, coloro, politici, amministratori pubblici, magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine, esponenti delle varie istituzioni, i quali sapevano e non hanno fatto niente per mettere fine ad un genocidio di massa.
Se ricordiamo bene qualche giornale alcuni anni fa ha parlato anche di incontri riservati in una villa di Gaeta a disposizione dei Servizi fra boss, all’epoca peraltro a quanto pare latitanti, e, appunto, elementi di questi ultimi.
Tutti elementi, insomma, sufficienti per mettere sotto accusa mezza classe politica e mezza burocrazia italiane.
Ora lo Stato, se esiste ancora uno Stato, deve avere il coraggio di mettere sotto accusa quello stato-mafia di cui noi parliamo da sempre.
Lo Stato vero che processa lo stato fasullo e mafioso.
Perché questo è l’aspetto più interessante, anche se tragico, che è emerso in tutta questa dolorosa vicenda che sta comportando la morte di milioni di persone:
che esiste una parte consistente di questo Stato che collude sfacciatamente con i clan.
Altro che “trattativa Stato-mafia” di marca palermitana!
Là si parla della morte di poche persone;
da noi si parla, invece, della morte di milioni di persone, morte della quale è responsabile quella specie di stato che era in dovere di intervenire e non è intervenuto.
Ora dobbiamo fare la lista di tutti coloro – Presidenti di regioni, assessori regionali, provinciali, comunali, sindaci, comandanti provinciali e dirigenti di Commissariati, Questori, Prefetti, Procuratori della repubblica, parlamentari, ministri ecc- che si sono succeduti dagli anni 80 in qua, per denunciarli all’Autorità Giudiziaria e chiedere la loro punizione.
Ci corre l’obbligo, a questo punto, di rivolgere una domanda anche al Presidente di quella Commissione Parlamentare che ha raccolto le dichiarazioni di Carmine Schiavone:
COSA HA FATTO DOPO AVER RACCOLTO QUELLE TREMENDE DICHIARAZIONI?
HA INFORMATO CHI DI DOVERE???
Non cerchiamo di insabbiare, come avviene spesso in Italia, anche questa triste vicenda perché qua c’è di mezzo la vita di milioni di nostri ragazzi!!!