(s.m.) – Gli scarichi tossici dell’ospedale Belcolle hanno sterminato le sue duemila oche. Alla fine si è ammalata anche la proprietaria Patrizia Belli.
Al giudice civile di Viterbo, Patrizia Belli chiedeva di nominare un consulente per verificare lo stato del fosso dell’Olmo: la “pattumiera” dell’ospedale Belcolle. E’ qui che, secondo la forestale, sono state scaricate per tre anni acque reflue senza autorizzazione.
Ma nel tribunale civile di Viterbo la signora Belli ha trovato un muro. Il giudice Ettore Capizzi ha respinto la sua richiesta, condannandola, oltretutto a rimborsare le spese legali alla Asl. Il danno e la beffa, per lei, che ha preparato un esposto contro Capizzi al Consiglio superiore della magistratura.
Una decisione presa non solo e non tanto per il no del giudice, ma anche per modi e tempi di emissione del provvedimento. L’udienza è stata fissata tre mesi dopo la richiesta della signora Belli. Un tempo smisurato, per il suo avvocato Paolo Mora.
Il ricorso per accertamento tecnico preventivo era un anticipo della causa civile che la signora vorrebbe intentare alla Asl. Per le conseguenze di quegli scarichi nel fosso dell’Olmo, Patrizia Belli è intenzionata a chiedere i danni.
Nella sua relazione del giugno 2012, il prorettore dell’Università della Tuscia Giuseppe Nascetti parla di “sversamento continuativo di componenti a base di argento e residui di medicinali”. Sostanze che, per il luminare dell’ateneo viterbese, hanno causato la morte delle duemila oche dell’allevamento, facendo fallire l’azienda della signora Belli.
Le sue condizioni di salute sono peggiorate di anno in anno. Il professor Giuseppe Genovesi, del Policlinico Umberto I di Roma, le ha diagnosticato la “sindrome immuno neuro tossica ambientale”: una serie di disturbi tra cui asma, cefalea, orticaria, vertigini, problemi alla vista e intolleranze che le rendono la vita impossibile. Per stare meglio deve andarsene. Ma dopo l’azienda, andata in malora, Patrizia Belli non vuole dire addio anche alla sua casa.
Un’eventuale consulenza sarebbe servita a verificare lo stato dei luoghi, le condizioni di salute della signora e la quantificazione dei danni. Ma per il giudice civile, l’accertamento tecnico, in questo caso, non serve.
Intanto, sul fronte penale, l’indagine del pm Paola Conti continua. Gli accertamenti su alcune oche superstiti dell’allevamento ha rivelato tracce di metalli pesanti nelle piume.
Allo stesso ospedale Belcolle, nella primavera dell’anno scorso, la forestale ha elevato due verbali di contestazione di illecito amministrativo, intestati agli ex direttori generali della Asl. Gli importi vanno da un minimo di 6mila a un massimo di 60mila euro.
Secondo i controlli dei forestali, delegati dalla procura, l’azienda sanitaria locale viterbese ha continuato per anni gli scarichi abusivi nel fosso dell’Olmo. Precisamente dal 19 febbraio 2008 al 13 ottobre 2011