Nonostante le ripetute proteste, pochi minuti fa i testimoni di Giustizia Pino Grasso e Francesca Franzè sono stati prelevati da esponenti delle forze dell’ordine che li stanno conducendo, insieme ai loro figli, nella “località protetta” scelta dal Ministero degli Interni.
Secondo le informazioni fornite alla Caponnetto dai due testimoni, però, risulta che in tale “località protetta” si troverebbero individui vicini alle persone da essi denunciati e fatti arrestare.
«Siamo sconcertati, è come lanciare i due testimoni e i loro familiari nelle fauci delle belve», denuncia senza mezzi termini il segretario della Caponnetto, Elvio Di Cesare.
«Pino Grasso e Francesca Franzé – incalza Di Cesare – ci hanno riferito che avevano già concordato la destinazione, un luogo dove non avrebbero corso rischi di qualsiasi genere, ma evidentemente qualcuno, a Vibo Valentia o a Roma, ha disatteso gli impegni assunti ed ha deciso diversamente».
Contro quello che definisce «comportamento sconcertante da parte degli organi centrali responsabili, che non tiene conto delle esigenze e della vita stessa di un’intera famiglia di testimoni di giustizia», la Caponnetto per bocca del suo segretario nazionale «protesta vivamente contro quest’atto di irresponsabilità e di insensibilità di una gravità eccezionale» e chiede «un intervento urgentissimo del Presidente della Repubblica e del premier Renzi, affinché si adoperino per la revoca di tale iniquo provvedimento e per favorire la scelta di altra località dove i predetti testimoni di giustizia non corrano rischi di alcuna natura».