Notte in un quartiere, rione Traiano, Napoli
E’ notte, Napoli, rione Traiano, un dei tanti quartieri della Napoli difficile, quella città che da anni è abbandonata a se stessa o meglio resta tutto in mano alla camorra e che sviluppa quella cultura criminale che educa i propri “soldati”.
In quella notte di fine estate un carabiniere, di circa trent’anni, e in servizio in quel quartiere difficile, si trova ad inseguire tre individui che non si sono fermati ad un posto di controllo.
Questo carabiniere è diventato tale per scelta e perché crede in quella divisa che troppo spesso viene offesa.
Quel simbolo delle istituzioni, quella divisa mancata di rispetto ogni “santo giorno”.
Lui, il carabiniere, aveva studiato ed era preparato per essere lì, in quel turno di radiomobile.
Gli istruttori, i suoi superiori lo avranno addestrato a fare questo lavoro, gli avranno detto mille volte come gestire un inseguimento, ma gestire la paura, non e’ sempre facile, perché anche un carabiniere può aver paura.
Quella paura che però non è sinonimo di debolezza. Immaginate cosa vuol significare trovarsi nel bel mezzo di inseguimento, dopo che da mesi in quelle zone, è in atto una guerra di camorra per il controllo delle piazze di spaccio.
Lì nel rione Traiano da mesi si susseguono gli arresti, latitanti o incensurati che a bordo di moto sfrecciano a folle velocità.
La cronaca ci racconta di personaggi fermati ad un posto di blocco e poi tratti in arresto poiché a seguito avevano armi pronte a sparare, come di soggetti insospettabili, troppo spesso incensurati, che erano custodi di arsenali della camorra e anche di chi incensurato fa parte dell’organizzazione criminale con un ruolo marginale.
Tutto ciò non vuole essere una giustificazione a ciò che è accaduto. In uno Stato di diritto è giusto che la giustizia segua il suo corso e faccia chiarezza e se dovessero emergere responsabilità penali del carabiniere lo stesso sarà punito come ogni cittadino, ma sentire per ora quei cori dei manifestanti a seguito dei cortei, precisando che non tutti i partecipanti erano persone per bene, fa male. Fa molto male vedere che ora tutti sono uniti a chiedere la “testa” di un carabiniere o a inneggiare alla guerriglia o peggio ancora a ricordare con disprezzo chi nello svolgere il proprio servizio ha perso al vita.
Domanda…
Ma quelle frasi “carabinieri assassini infami”, “più Raciti ” mista al grido “giustizia e verità” e’ lo specchio di chi vive in quei quartieri?!!!
Tutto questo fa male perché ogni giorno c’è chi come l’ isp. Di Polizia Filippo Raciti o il Tenente dei carabinieri Marco Pittoni perde la vita per difendere la nostra quiete e la nostra sicurezza e troppo spesso il popolo non ricorda questi uomini.
Ci sono uomini e donne che con il loro impegno e sacrificio ci permettono di sconfiggere quel cancro chiamato criminalità, non solo quella organizzata, ma anche quella di strada la più spicciola che nonostante tutto segna ogni giorno vittime innocenti.
In quei cortei c’è odio troppo odio e un mix di rabbia pregressa, quasi una battaglia che aveva bisogno di un giustificativo per scatenare l’inferno.
Quella folla che inneggia alla vendetta alla ribellione contro uno Stato, contro i servitori di questo Stato, pronti ogni giorno a difenderli, che quotidianamente devono subire la violenza, la spavalderia di chi è pronto in questi casi a muovere le masse, di quel regista carogna che non esita a prendersi la rivincita ogni qual volta accade un evento simile.
A quel grido “la camorra ti protegge, lo Stato ti uccide”, verrebbe da chiedere a costoro il perché la gente per bene in quel rione Traiano non si è mai ribellata alla camorra, perché squallidi individui che per anni li hanno ghettizzati continuano a godere del loro apprezzamento.
Verrebbe da chiedere a chi si reputa persona per bene, il perché nel rione Traiano accade che per entrare in casa propria bisogna, a volte, chiedere il permesso alla vedetta di turno, oppure capita anche che, dietro un ordine, bisogna immediatamente chiudere la finestra di casa, al comando di costui però tutti obbediscono in silenzio, il tutto per non disturbare lo shopping di droga o per tener lontano sguardi indiscreti c è poi chi si è visto rubare l’auto più volte e poi restituita dietro il pagamento di una somma di denaro il cosi detto “cavallo di ritorno”, aggiungiamo anche chi ogni mese paga il pizzo e non denuncia.
Chi si è visto sottratta la casa assegnatagli dal Comune ed il tutto senza mai denunciare nulla e nessuno ha visto, mai una sola volta, in questi casi, un grido “giustizia e’ verità” diventa il grido unanime.
Cari manifestanti di “giustizia e verità” dove eravate sino ad ieri?
Cosa facevate per rendere il vostro quartiere migliore e proteggere i vostri figli dai tentacoli della camorra?
Perché non avete mai gridato alla camorra “ Camorra fai schifo”???
Perché non avete mai cacciato via chi vi tiene sotto ostaggio da anni???
No, troppo facile ora attaccare coloro che sono la parte buona dello Stato, chi con amore e dedizione porta la divisa.
Altra effetto inaspettato, che se non fosse per il tragico evento accaduto farebbe gridare al “miracolo”…
Si… ed ora per magia in questo avvenimento ci sono i testimoni, persone pronte a parlare, a testimoniare, a collaborare con l’autorità giudiziaria, in un baleno viene spazzata via quell’ omertà che è il punto di forza della Camorra, il silenzio è regola imprescindibile in questi quartieri, troppi non ricordo, io non c’ero o è meglio che mi faccio i fatti miei.
Questo ci fa comprendere che la camorra fa molto più paura dello Stato e cosa sarebbe mai una condanna per falsa testimonianza in confronto ad essere sparati in testa???.
Dal male nasce solo male e ciò che è tragicamente accaduto non poteva essere evitato e solo la conseguenza dell’ essere, di quel vivere senza regole, in completa anarchia, resta tanto dolore per una giovane vita spezzata, ma c è dolore anche per chi è l’altra vittima di questa tragedia, una vittima del dovere.
Poche persone ora pensano a cosa sia accaduto quella notte e perché tre giovani alle due di notte non si sono fermati ad un posto di controllo dei carabinieri e perché ad oggi quel latitante ancora non si è costituito.
Bisognerebbe ragionare sul perché in questi quartieri i Carabinieri e i Poliziotti sono nemici da abbattere ed invece il camorrista una persona da ammirare, in questo tunnel di buio della criminalità spesso si esce solo da morto e non sempre basta gridare “giustizia e verità” per essere persone per bene.
http://www.stampacritica.it/Primo_Piano/Voci/2014/9/18_Dal_male_nasce_il_Male.html