Il PROBLEMA DEL “RECUPERO CREDITI” E DELLE “ASTE GIUDIZIARIE”.
UN APPPELLO DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO AI PROCURATORI CAPO DELLE DDA DI ROMA E DI NAPOLI, AL NUOVO QUESTORE DE MATTEIS ED AL COMANDANTE PROVINCIALE DELLA GUARDIA DI FINANZA COLONNELLO RECCIA DI LATINA
Un problema complesso che richiede competenze specifiche ed intorno al quale potrebbero muoversi interessi colossali.
E diffusi.
Ci venimmo a contatto quando ci furono le grandi manifestazioni di qualche anno fa indette dall’organizzazione di Danilo Calvani a Latina e non solo nel mondo contadino e, dopo aver raccolto una serie di notizie sulla crisi gravissima che colpisce molte aziende agricole, lo sottoponemmo all’attenzione di chi di dovere.
Sappiamo che è stata avviata un’indagine da parte della Questura di Latina, ma non ne conosciamo, ad oggi, l’esito.
Nè sappiamo se essa è ancora in corso.
Le voci erano tante e si parlava di possibili mani della camorra su alcune aziende dell’agro pontino cadute in gravi difficoltà economiche e perciò costrette a rivolgersi al sistema creditizio di banche o privati.
Un terreno scivoloso, questo, nel quale non riesci mai ad addentrarti come si deve per assenza di informazioni complete a causa dell’omertà della gente che ha paura di parlare e di denunciare.
Ci guidano, pertanto, le sensazioni, oltre le quali non riusciamo ad andare per due motivi:
il primo, perché non spetta a noi svolgere un’azione sostitutiva rispetto alle istituzioni preposte;
il secondo, perché, pur volendolo fare, non abbiamo gli strumenti ed i mezzi necessari.
Ma certo è che le “voci” che raccogliamo e le parole a mezza bocca che ci pervengono sono tante e ci inquietano.
Qualcuno parla di ” professionisti ” insospettabili che opererebbero in rete fra di essi nell’area bancaria e del recupero crediti e che svolgerebbero un’azione che tenderebbe a sottrarre ai proprietari le aziende in crisi.
Non siamo in grado di andare oltre in quanto non ci è stato possibile, ad oggi, raccogliere nomi e riscontri.
Certo, però, è che, se si volesse, non sarebbe difficile risalire al bandolo della matassa acquisendo presso le ” sezioni fallimentari” dei Tribunali di Latina, Cassino ecc. e gli uffici che si occupano del “recupero crediti” che operano per conto del sistema bancario gli elenchi delle aziende in crisi, di quelle già passate di mano e di quelle che stanno passando di mano, convocando vecchi e nuovi proprietari ed interrogandoli.
Un lavoro delicato e meticoloso, ma, ripetiamo, non difficile, che potrebbe aprire scenari davvero inquietanti in quanto potrebbe far luce sulla “provenienza” di quella massa enorme di capitali che da decenni si stanno investendo in provincia di Latina e nel Basso Lazio e di cui ne hanno parlato anche l’altro giorno a Formia, durante un convegno organizzato per la presentazione di un libro che tratta delle attività mafiose, il Dr. Conzo della DDA di Napoli e l’ex Procuratore Capo, sempre di Napoli, Dr. Lepore.
Un lavoro – forse questo è l’aspetto più importante – che potrebbe, peraltro e finalmente, disvelare le dimensioni e le attività di
quella “quinta mafia”, costituita da soggetti locali che operano sinergicamente con le organizzazioni storiche, camorra e ndrangheta soprattutto..