Cronache
Il Molise coinvolto nel clan Contini, sequestrati distributori legati alla camorra
Tra i beni per oltre 320 milioni di euro sequestrati in tutta Italia, riconducibili al clan camorristico napoletano dei Contini, ci sono anche distributori di carburanti molisani. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli che ha eseguito i provvedimenti emessi dal tribunale partenopeo, a seguito delle indagini che hanno consentito individuare un cospicuo patrimonio intestato formalmente a un centinaio di prestanome ma gestito direttamente dal clan Contini.
L’operazione della Guardia di finanza di Napoli è scattata in tutta Italia e vede coinvolto anche il Molise. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno sequestrato beni per 320 milioni di euroriconducibili all’organizzazione camorristica che fa capo al clan napoletano dei Contini. eTra i beni confiscati, anche distributori di benzina che si trovano nella piccola regione che confina con il mare Adriatico, con la Puglia e con la Campania, dove i finanzieri sono entrati in azione nella giornata di oggi – mercoledì 18 febbraio. La confisca è stata disposta dalla sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del tribunale di Napoli. Tra i distributori ai quali il Gico ha messo i sigilli e sui quali si concentrano le indagini c’è anche quello alle porte di Vinchiaturo con bar annesso sequestrato dalla Finanza già nel gennaio 2014, quando ci furono novanta arresti e beni sequestrati per un valore di 250 milioni
Il distributore di benzina e il vicino bar risultavano entrambi intestati a un napoletano considerato prestanome del clan Contini,una delle cosche campane economicamente più forti. «Il Molise è una regione “cuscinetto” – spiegano dal Gico di Campobasso – dove tradizionalmente i clan malavitosi vengono a fare investimenti. Ecco perché non bisogna mai abbassare la guardia».L’indagine di oggi, condotta dal nucleo di Polizia tributaria di Napoli – Gico ha permesso di individuare un cospicuo patrimonio intestato solo formalmente a un centinaio di prestanome ma gestito direttamente dal clan Contini. Sequestrate numerose attività commerciali, immobili e terreni. Tra i beni, una villa di lusso a Ischia insieme ad altre 26 proprietà immobiliari, 41 impianti di carburante, a Napoli e su alcuni tratti autostradali, oltre che in Molise, 20 bar tra le province di Napoli e Avellino. Nella lista ci sono anche tre rivendite di tabacchi, quattro gioiellerie, tre società di torrefazione di caffè, due società di gestione e compravendita immobiliare, un’azienda di commercio all’ingrosso, un garage. Il provvedimento fa seguito agli accertamenti portati avanti dal Gico della Finanza e coordinati dalla direzione distrettuale antimafia. Dall’inchiesta, secondo la ricostruzione delle Fiamme gialle, è emerso il ruolo dei fratelli Gerardo e Ciro Di Carluccio, quest’ultimo ritenuto il cassiere del clan e uomo di fiducia del capo cosca Edoardo Contini, il «direttore» di una holding criminale operante in diversi settori economici e finanziari. Le attività che spaziavano dalla gestione di carburanti alle oreficerie, erano gestite da una rete di prestanome.
Dalla ricostruzione dei profili reddituali delle persone coinvolte, è stata riscontrata una sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati. In Molise, nel gennaio del 2014 i finanzieri avevano già sequestrato una pompa di benzina, alle porte di Campobasso, che non l’annesso bar erano intestati a un napoletano considerato dagli inquirenti una “testa di legno” del clan Contini. |