Colonne di piombo sono stati consumati da anni in qua dalle migliori firme nazionali e locali del giornalismo investigativo : da Attilio Bolzoni ad Alberto Custodero,da Rita Pennarola ad Andrea Cinquegrani,da Nello Trocchia ad Andrea Palladino,da Graziella Di Mambro a Rita Cammarone,da Adriano Pagano a Francesco Furlan e potremmo continuare all’infinito .Il problema dell’invasione mafiosa del Lazio é stato sviscerato e denunciato in tutte le salse ed in tutte le sue sfaccettature,eccetto ,forse,due:l’omertà della gente ed il sigillo del Potere.
La gente, fatta qualche rara eccezione ,quella pontina soprattutto ma anche quella romana e più in generale dell’intero Lazio,vede,sente,ma non parla,non denuncia,non partecipa,ha paura,é vile e finisce per essere ’ oggettivamente complice.
Non parliamo,poi,del Potere che ha messo,anche qua fatta qualche rara eccezione,il sigillo su un sistema – o’ sistema – gelatinoso al punto da far definire chi eventualmente facesse il proprio dovere un “pezzo deviato”.
“Deviato” significa che non é omologato a “o’ sistema”,che non osserva la “regola”-
E la “regola” é,oltre ad un popolo che in maggioranza ha perso la dignità della cittadinanza,una classe politica ,soggettivamente o oggettivamente,compiacente,Prefetti,eccetto Bruno Frattasi a Latina e Mosca a Roma,inerti e silenziosi (per non dire negazionisti),Procuratori bollati da giudizi trancianti come “ Nella stragrande maggioranza dei casi si é proceduto da parte delle diverse autorità giudiziarie di questo distretto ( Latina ndr.)rubricando la massa dei fatti oggetto di indagine,in realtà di stampo mafioso,in fatti di criminalità comune “.La “massa dei fatti”,non il singolo fatto.
Tutta roba da mandare certa gente alla sbarra per concorso esterno ma anche questo non é avvenuto.
Ed abbiamo avuto inchieste ben fatte,come la “Formia Connection”,che già molti anni fa avevano documentato con intercettazioni telefoniche i rapporti fra uomini della politica e delle istituzioni con elementi della criminalità camorristica ma che sono state chiuse,archiviate,senza un nulla di fatto. Chissà se quelle bobine giacciono ancora negli archivi polverosi di Latina perché,sequestrate,potrebbero fornire tante spiegazioni al Procuratore Pignatone e tanti elementi per capire perchè la provincia di Latina é sotto il tallone ferreo di camorra,ndrangheta ,cosa nostra e di tutte le altre mafie nostrane e straniere.
Oggi,dopo la pubblicazione dell’ennesima relazione semestrale della DIA,che getta ancora una volta l’allarme su quanto é avvenuto – e continua ad avvenire nell’inerzia generale –,altre tonnellate di piombo si stanno consumando.
Altri quintali di piombo si consumano con interrogazioni in Parlamento da parte dei deputati e senatori del M5S,tutte rimaste senza risposte,ma la situazione non cambia ed,anzi,continua a diventare sempre più grave.
La provincia di Latina,insieme al resto della regione Lazio,sono scivolati ormai nell’estremo sud del Paese,
Con il sigillo del Potere !!!!!!!!
E la gente continua a guardare,inerte e magari sognando il ritorno di ….Franceschiello.