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Dichiarazioni Carmine Schiavone del marzo 1996 nel Comando dei Carabinieri di Latina ed interrogazione del 2006 di Leoni e Sesa Amici

Le dichiarazioni di Carmine Schiavone del marzo del 1996 nel Comando provinciale dei Carabinieri di Latina e l’interrogazione parlamentare ,con la relativa risposta del V.Ministro dell’Interno Minniti,degli onn.Leoni ed Amici,dell’Ulivo,già anni fa ci hanno rappresentato un quadro drammatico della situazione criminale esistente in provincia di Latina e nel Basso Lazio.Con il passare degli anni quella situazione si é ulteriormente aggravata per vari motivi che qui non é il caso di elencare.Noi abbiamo la sensazione che ci sia una sorta di cupola politico-massonica-mafiosa che abbia deciso che le cose in provincia di Latina e nell’intero Lazio vadano come stanno andando ma di questo ne parliamo nelle sedi opportune.Certo é,ora,che,a parte la situazione della Capitale  e dintorni dove,grazie a Dio,c’é una Procura  di Roma rinnovata e che sta facendo un lavoro eccellente,per quanto riguarda il Basso Lazio e,in particolare,la provincia di Latina,definita da Schiavone “provincia di Casale”,la situazione é veramente drammatica  a causa di un apparato investigativo non all’altezza,La Prefettura di Latina non assolve adeguatamente ai suoi doveri in materia di “prevenzione antimafia” ,mentre le forze dell’ordine locali non solo assolutamente preparate per affrontare una situazione che richiede un lavoro di intelligence eccezionale per contrastare una mafia che è soprattutto politica ed economica,più che militare.
Occorre cambiare personale e metodologie ed anche presto,prima che si finisca di precipitare nel baratro di un’economia e di apparati illegali.

Le dichiarazioni di Carmine Schiavone  di marzo del 1996 nella Caserma dei Carabinieri a Latina………………

 

Ci ha fatto grande piacere il fatto che H24 Notizie ci abbia ricordato quelle dichiarazioni rese dall’ex collaboratore di Giustizia Carmine Schiavone il 13 marzo del 1996 rese nella Caserma dei Carabinieri di Latina al Comandante provinciale dei CC e ad un   ispettore della Questura di Latina.

Quelle dichiarazioni,delle quali noi eravamo a conoscenza,rappresentano la prova lampante di tutte le …”distrazioni” (chiamiamole così),le omissioni,le deficienze,le carenze di uno Stato che sapeva tutto da oltre 20 anni in qua della situazione esistente in provincia di Latina e nel Basso Lazio e che é rimasto inerte consentendo,così,alle mafie di insediarsi stabilmente e di impadronirsi anche dell’aria che oggi si respira.

Si sapeva e non si è voluto intervenire.

Questa é la verità nuda e cruda.

Ma piangere i morti sono lacrime perse e,quindi,lasciamo perdere il passato.

Questo,però,avrebbe dovuto indurre  i  responsabili centrali della sicurezza e dell’ordine pubblico,il Capo della Polizia ed i Comandanti  Generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza,a cambiare  registro,ad apportare tutte quelle correzioni,quei cambiamenti resi necessari da una situazione drammatica che si è andata grado a grado aggravando fino a determinare l’inquinamento del tessuto non solo economico ma anche istituzionale e politico,così come hanno appena evidenziato  le due inchieste giudiziarie fatte  in provincia di Latina,la “Formia Connection” e le “Damasco” di Fondi.

Sono anni che noi dell’associazione  Caponnetto denunciamo l’inadeguatezza dell’apparato investigativo pontino e,in particolare,del sud pontino.

Abbiamo anche fatto delle precise proposte di modifica che prevedevano l’istituzione a Formia di un Supercomissariato con un 1° Dirigente e con una sezione distaccata della Squadra Mobile di Latina,personale che quando si parla di mafia sa di cosa si sta parlando.

Parole al vento.

Il Commissariato di Gaeta,che sta ad appena 6 chilometri da quello di Formia,va chiuso ed il personale va distribuito fra i Commissariati di Formia e di Fondi,tenuto conto anche del fatto che quest’ultimo ha carenza di personale ed é,peraltro,allocato in un immobile nel quale non c’é spazio nemmeno per girarsi attorno.

Il problema del Commissariato di Fondi va affrontato e risolto al più presto perché é assurdo il pensare di poter gestire una situazione qual’é quella di Fondi in quelle condizioni.

Assurdo ed irresponsabile.

Come assurdo ed irresponsabile é pensare che in un territorio dominato dalle varie mafie – sostenute probabilmente da quei “pezzi deviati dello Stato” cui qualcuno faceva riferimento durante il “caso Fondi” e della cui presenza si ha qualche avvisaglia – qual’é la provincia di Latina,possano essere tenute al comando di Commissariati,Compagnie,Tenenze,Gruppi  ecc. persone inesperte per quanto riguarda il contrasto alla criminalità mafiosa,che non hanno esperienza acquisita in zone “calde” come quelle della Campania,della Sicilia,della Calabria.

La delicatezza dell’argomento non ci consente di  spingerci oltre perché  abbiamo senso dello Stato e delle istituzioni.

A noi interessa che chi deve capire capisca!!!!!|!!!!

Noi non possiamo più tollerare  il fatto che per ogni operazione di una certa importanza si debbano vedere  costretti ad intervenire in provincia di Latina e nel Basso Lazio i corpi speciali,la DIA,il GICO,lo SCICO ,il ROS ,tutti provenienti da fuori il territorio e le DDA, di Roma e di Napoli soprattutto.

Il nostro pressante invito ad intervenire é rivolto in particolare al Capo della Polizia ed al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri in quanto della Guardia di Finanza,tolta la necessità di potenziare il gruppo CO del Gruppo di Formia,non possiamo che tessere le lodi.

A  conforto della nostra tesi relativa alla gravità della situazione pubblichiamo,qui di seguito,un’interrogazione presentata dagli Onn. Carlo Leoni e Sesa Amici,de l’Ulivo,con la risposta dell’allora Vice Ministro dell’Interno Marco Minniti,

Siamo nel 2006 e già c’era stata l’inchiesta “Formia Connection” che aveva messo in luce i rapporti fra alcuni segmenti della politica formiana e pontina con elementi appartenente a famiglie camoristiche.

Non erano,invece,emersi ancora gli elementi emersi successivamente con tutta l’operazione “Damasco” sul “caso Fondi” e tutto il resto.

Oggi l’on.Sesa Amici,che é stata  la cofirmataria dell’interrogazione di Leoni,é sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ha,quindi,volendolo,gli strumenti e la veste  per intervenire  per dotare le forze dell’ordine locali di quelle risorse,e,soprattutto,di quelle competenze che sono assolutamente necessarie per contrastare una situazione che si è andata vieppiù aggravando negli anni fino al punto da rendere irrespirabile l’aria in provincia di Latina e nel Basso Lazio a causa di una presenza sempre più invasiva di camorra e ndrangheta soprattutto intrecciate con spezzoni della politica e di poteri deviati.

E’ anche a lei,quindi,che ci appelliamo,con la speranza che,come in passato,ella voglia anche ora interessarsi  di tale situazione.

 

 

Ecco l’interrogazione di cui abbiamo parlato dell’agosto 2006 , con la relativa risposta del Vice Ministro dell’Interno Minniti:

 

 

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00807

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 36 del 02/08/2006

Firmatari

Primo firmatario: LEONI CARLO
Gruppo: L’ ULIVO
Data firma: 02/08/2006

Elenco dei co-firmatari dell’atto

Nominativo co-firmatario

Gruppo

Data firma

AMICI SESA L’ ULIVO 02/08/2006
Destinatari

Ministero destinatario:

  • MINISTERO DELL’INTERNO 
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL’INTERNO delegato in data 02/08/2006

Stato iter: 

CONCLUSO il 16/03/2007

Partecipanti allo svolgimento/discussione

RISPOSTA GOVERNO

16/03/2007

MINNITI MARCO  VICE MINISTRO INTERNO
Fasi iter: 

RISPOSTA PUBBLICATA IL 16/03/2007
CONCLUSO IL 16/03/2007

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00807
presentata da
CARLO LEONI
mercoledì 2 agosto 2006 nella seduta n.036
LEONI e AMICI. – 

Al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia.

– Per sapere – premesso che:

nella provincia di Latina, secondo quanto emerso nelle relazioni semestrali al parlamento presentate dalla Direzione investigativa antimafia e secondo la relazione di minoranza della commissione parlamentare antimafia, operano agguerrite consorterie mafiose quali il clan Bardellino, attivo nelle zone di Formia e il clan dei casalesi presente in tutta la provincia;

la relazione conclusiva di minoranza della commissione parlamentare antimafia nella precedente legislatura afferma: «A Fondi, Formia e Gaeta, si è registrata la presenza di nuclei affiliati ad organizzazioni campane e calabresi attivi nel traffico di stupefacenti, estorsioni e riciclaggio: i gruppi familiari Bardellino e Tripodo, i casalesi, i clan casertani Iovine, Schiavone e La Torre. Le loro attività illecite nel corso degli anni hanno provocato il progressivo inquinamento del tessuto sociale. Sono stati riscontrati tentativi di condizionare consultazioni elettorali nelle zone di infiltrazioni in settori della pubblica amministrazione»;

il 24 agosto 2004 un ordigno artigianale danneggiava gravemente il cancello della villetta del consigliere comunale di Forza Italia di Formia (già candidato alla carica di sindaco di Formia) nonché capo di gabinetto del presidente della provincia di Latina Armando Cusani;

il 22 novembre 2004 la Polizia di Stato eseguiva diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di soggetti vicini al clan Bardellino, si trattava dell’operazione «Formia Connection»;

tra gli arrestati risultava Giovanni Luglio – secondo quanto pubblicato da Il Messaggero del 23 novembre 2004 – candidato per An al consiglio comunale di Formia;

nell’ambito della suddetta indagine venivano perquisite le abitazioni di alcuni esponenti politici tra i quali spiccavano – secondo quanto riportato dal quotidiano La Provincia del 23 novembre 2004 – l’assessore provinciale di Latina Silvio D’Arco – delegato alle attività produttive – e appartenente al Nuovo Psi e il consigliere comunale di Minturno Maurizio Faticoni;

il 25 novembre 2004 il quotidiano Latina Oggi pubblicava la notizia relativa ad un sms intercettato il 3 giugno 2004 – proveniente dal cellulare di Massimo Giovanchelli, attuale assessore provinciale all’ambiente di Latina, indirizzato a Giovanni Luglio arrestato nell’ambito dell’indagine «Formia Connection» per associazione a delinquere finalizzata all’estorsione;

il 17 gennaio 2005 il ROS dell’Arma provvedeva ad eseguire un imponente sequestro a carico del clan Bardellino nel Lazio ed in altre regioni;

secondo quanto pubblicato sul La Provincia il 23 novembre del 2004 anche la procura distrettuale antimafia della capitale avrebbe aperto un fascicolo sulle vicende connesse all’operazione «Formia Connection»;

il 5 ottobre 2005 Angelo Bardellino secondo quanto pubblicato da Il Mattino di Caserta veniva rinviato a giudizio per estorsione aggravata;

lo scioglimento del consiglio comunale di Nettuno per accertato condizionamento mafioso, con deliberazione del Consiglio dei ministri del 24 novembre 2005, ha confermato come la criminalità organizzata nel Lazio si sia già infiltrata in una amministrazione locale -:

se i Ministri competenti siano a conoscenza dei fatti suesposti;

quali misure il Governo intenda adottare per contrastare l’espandersi delle iniziative criminali di stampo mafioso nel territorio di Latina. (4-00807) 
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata venerdì 16 marzo 2007
nell’allegato B della seduta n. 128
All’Interrogazione 4-00807 presentata da
LEONI
Risposta. – La situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica nella provincia di Latina presenta aspetti peculiari, in quanto il territorio è contraddistinto dalla compresenza, su quattro aree con marcate differenze socio-economiche, di organizzazioni criminali di differente origine:

il Sud-Pontino, specie Formia e Gaeta, è caratterizzato da significative presenze di elementi legati ai vari gruppi della camorra campana, specie del clan dei «Casalesi» (Bardellino, La Torre, Moccia, ex Clan Alfieri);

l’area di Fondi, con uno dei mercati ortofrutticoli più grandi d’Europa, vede la presenza di famiglie legate alle cosche della ‘ndrangheta calabrese (Tripodo, Garruzzo, Bellocco, Pesce);

l’area di Latina è segnata da elementi di etnia zingara, radicati sul territorio e dediti all’usura, oltre che da elementi campani legati a clan d’oltre Garigliano;

l’area di Aprilia, che ha raggiunto in pochi anni i 60.000 abitanti, presenta elementi legati alla criminalità calabrese (famiglia Alvaro), esponenti della famiglia Olzai, pastori sardi notoriamente dediti ai sequestri di persona e delle famiglie Montenero e Tassone, legate al traffico di stupefacenti.
Quanto sopra è dovuto da un lato alla posizione geografica della provincia pontina, confinante a nord con la malavita romana e a sud con aree dove operano clan della camorra campana, dall’altro a una applicazione eccessiva delle misure di prevenzione dell’obbligo di soggiorno, non adeguatamente valutata all’epoca.
Ciò ha comportato, nel corso degli anni ’60 e ’70, l’indesiderato radicamento di famiglie malavitose di origine campana, calabrese e siciliana, che, sicuramente attratte dalla florida economia locale, ne hanno inquinato il tessuto con l’acquisizione di terreni, fabbricati, esercizi pubblici e, in genere, con l’impiego di capitali di provenienza illecita.
Recentemente, le aggiornate finalità illecite della criminalità organizzata si esprimono con forme di intervento meno visibile, ma comunque non meno pericolose, quali la pratica estorsiva, principale mezzo per condizionare le attività economiche.
Solo a partire dagli anni ’80, l’azione di contrasto delle forze dell’ordine ai pressanti tentativi di penetrazione della malavita organizzata nei diversi settori produttivi è andata sempre più affinando, attraverso l’attivazione di strumenti e modalità operative sempre più incisive ed efficaci.
In particolare, si è cercato di coinvolgere, a livello di proficuo scambio informativo, le forze produttive e gli enti pubblici territoriali. Si è giunti a poter monitorare l’acquisizione di residenze, il rilascio e/o la voltura di autorizzazioni, di concessioni edilizie, di licenze, l’acquisizione di beni ed esercizi pubblici, nonché gli appalti pubblici.
Infine, si è data attiva promozione alle misure di prevenzione patrimoniali – rivelatesi uno strumento particolarmente efficace per colpire i profitti della criminalità organizzata – quali i sequestri, con successiva confisca ed utilizzo a fini sociali, di beni immobili in Aprilia, Cisterna, San Felice Circeo, Gaeta e Formia.
Le forze di polizia, costantemente impegnate nell’azione di prevenzione e di contrasto della criminalità, hanno effettuato complesse indagini che hanno consentito numerosi arresti, anche di esponenti di spicco della malavita associata.
Tra le più importanti operazioni si ricordano:

l’operazione «Formia Connection», compiuta nel novembre del 2004, da personale della Squadra mobile di Latina e del Commissariato di Formia, con l’esecuzione di una misura cautelare in carcere a carico di 4 soggetti appartenenti al clan camorristico «Bardellino»;

l’operazione «Baldascini» portata a termine nel febbraio del 2005 dalla Squadra mobile della Questura di Latina, con l’arresto di due esponenti di assoluto rilievo dell’omonima famiglia da anni residente a Latina e legata al clan camorristico dei «Casalesi»;

l’operazione «M.O.F.», compiuta nel febbraio 2006 nell’ambito di un’indagine finalizzata al contrasto dell’infiltrazione mafiosa all’interno del Mercato ortofrutticolo di Fondi. Nel corso di tale operazione la Squadra mobile della Questura di Latina, con l’esecuzione di 8 misure cautelari in carcere, ha disarticolato un’organizzazione criminale dedita alla consumazione di gravi reati contro la persona ed il patrimonio. Il sodalizio, capeggiato dalla famiglia d’Alterio, titolare dell’omonima ditta di autotrasporti, con sede a Fondi (Latina), era riuscito ad imporre un regime di monopolio per la distribuzione di prodotti ortofrutticoli destinati al nord Italia.
Quanto alla presenza delle forze di polizia nella provincia di Latina, si rappresenta che la locale Questura e i Commissariati distaccati dispongono complessivamente – alla data del 1o settembre scorso – di 448 unità di personale dei ruoli operativi, con un lieve incremento rispetto alla previsione organica. Sono inoltre presenti 31 operatori di polizia appartenenti ai ruoli del personale che espleta attività tecnica e scientifica, nonché 51 appartenenti all’Amministrazione civile dell’interno che, per le esigenze di supporto logistico e amministrativo, contribuiscono alla funzionalità delle strutture.
Oltre che nel periodo estivo, la Questura di Latina si avvale del supporto reso dal Reparto prevenzione crimine Lazio, che, solo nei primi nove mesi del 2006, ha fornito ben 320 pattuglie, per un totale di 960 operatori.
Il Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, da cui dipendono 5 compagnie e 35 stazioni, ha una forza effettiva di 716 militari, superiore di 82 unità rispetto alla previsione organica.
I servizi preventivi vengono integrati con l’impiego di 10 unità della Compagnia d’intervento operativo dell’8o battaglione Carabinieri «Lazio» che, grazie al particolare addestramento del personale e alla cospicua dotazione di mezzi e materiali, permette di fronteggiare particolari esigenze di controllo straordinario del territorio.
Il Comando provinciale della Guardia di Finanza, può contare su 345 militari, che per le esigenze di contrasto alla criminalità organizzata operano con il supporto del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata del Nucleo di Polizia tributaria di Roma.
Come si evince dai predetti dati, il dispositivo delle forze di polizia presente nella provincia di Latina risulta, nel complesso, adeguato e tale da non richiedere ulteriori incrementi.
Al momento, pur non ravvisandosi per lo stesso motivo la necessità della istituzione di una apposita sezione operativa della Direzione investigativa antimafia, si assicura l’interrogante che permane a livelli elevati l’azione di prevenzione e di contrasto della criminalità da parte delle forze di polizia presenti sul territorio.

Il Viceministro dell’interno: Marco Minniti. 

Classificazione TESEO: 

CONCETTUALE: 

ATTENTATI, ENTI LOCALI, ESTORSIONE, MAFIA E CAMORRA, PREVENZIONE DEL CRIMINE, PRODUZIONE E SPACCIO DI DROGA, RICICLAGGIO FINANZIARIO 

GEO-POLITICO: 

FORMIA, LATINA – Prov, LAZIO, LATINA – Prov, LAZIO