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La strategia criminale dei boss che i giudici di secondo grado non hanno ancora colta.Stiano maggiormente attenti.L’allarme della DDA.

L’allarme dell’ex pm dell’Antimafia: «Ecco come i boss beffano i giudici»

di MANUELA GALLETTA

NAPOLI – Camorra, processi e baby boss. Vincenzo D’Onofrio, dieci anni alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e da un mese procuratore aggiunto ad Avellino, non si risparmia nell’esaminare alcuni degli aspetti più delicati della lotta alla camorra, nell’area orientale, degli ultimi anni. E lancia un monito duro, durissimo, ai giudici di secondo grado: “C’è una strategia processuale da parte dei malavitosi dell’area orientale di Napoli finalizzata a scansare condanne all’ergastolo. Una strategia che la DDa ha denunciato da anni, di cui pure la Dna si è interessata ma che non è stata ancora colta fino in fondo dai giudici di secondo grado”.

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La strategia di cui parla il magistrato è sottile ma semplice: gli imputati non pentiti confessano, limitatamente alle proprie posizioni, le accuse contestate certi di ottenere, una volta arrivati in secondo grado, lo sconto di pena. Uno sconto che arriva sistematicamente. “In questo modo i boss sperano di accorciare i tempi del loro ritorno in libertà. E’ una situazione pericolosa”, incalza il pm.