Milano, banca della camorra. “Prestiti al 40% e minacce con metodi mafiosi”
Il denaro ricavato dai prestiti veniva prima trasferito su conti svizzeri e ungheresi e poi fatto rientrare nel capoluogo lombardo per essere rinvestito in attività illecite. Per questo tutti i reati contestati sono aggravati dalla transanazionalità. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 1 milione e 500mila euro in contanti, divisi in mazzette da 2500 euro, oltre a diamanti, un lingotto d’oro e altri gioielli per un valore di alcune centinaia di migliaia di euro.
Il centro delle attività criminali era appunto in piazza Risorgimento: gli scambi di denaro avvenivano, in inverno a casa di Guida mentre d’estate in strada sulle panchine o sui tavolini dei bar della zona. In alcuni casi gli imprenditori erano costretti a versare anche 75mila euro al mese. “Non abbiamo contestato il reato di usura – spiegano gli inquirenti – ma abbiamo documentato prestiti con metodi mafiosi che ci permettono di lavorare anche su questa ipotesi. Dalle intercettazioni sono emerse conversazioni che ci fanno sospettare fortemente che vi fosse usura. Ma va dimostrato”.