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La Caponnetto chiede all’ANAC di intervenire sulla violazione della trasparenza da parte della Regione Campania in merito alla spesa milionaria di fondi UE

L’Associazione Antimafia Antonino Caponnetto ha rivolto un’accorata richiesta di intervento all’ANAC, l’Autorità Anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone. Nel documento si sottolinea un caso di palese violazione delle norme sulla trasparenza amministrativa su rendiconti di spesa per milioni di fondi UE, atti obbligatoriamente pubblici ma tuttora sottratti alla pubblica consultazione, pur dopo tre condanne del TAR Campania con obbligo di esibizione integrale. Il caso riguarda le rendicontazioni della Regione sulla spesa dei fondi per la comunicazione del bandi europei durante la legislatura 2010-2015.

In tale periodo, ricorda nella missiva la Caponnetto, «la Regione Campania ha gestito somme per centinaia di milioni di euro derivanti dai contributi POR-FESR 2007-2013. Una consistente quota di tali fondi europei era destinato, come da leggi comunitarie, alla capillare diffusione presso il grande pubblico dei cittadini e delle imprese, affinché potessero cogliere le opportunità offerte dai bandi stessi», e «le Regioni destinatarie di tali provvidenze sono tenute ad una trasparente e costante rendicontazione integrale, anche attraverso i portali web istituzionali, sulla effettiva destinazione delle somme spese».

Ma la Regione Campania, nel periodo considerato, «pur condannata tre volte dal TAR Campania per l’incompleta pubblicazione degli atti, richiesti fin dal 2014 dai soggetti interessati quali il CAM, Coordinamento di tv e radio indipendenti della Campania, pur dopo le tre condanne con obbligo di esibire compiutamente gli atti, alla data di oggi, 20 gennaio 2016, non ha ancora provveduto».

In proposito la Caponnetto sottolinea che l’inquietante vicenda è documentata nella «denuncia presentata alla Procura di Napoli dal CAM in data 21 novembre 2015 ed affidata al sostituto procuratore Fabiana Magnetta». A tale denuncia è allegata una corposa mole di documenti, comprese le tre sentenze del TAR (n. 5671/2014) (n. 06312/2014) (n. 723/2015), ma fra i documenti più recenti compaiono anche «due lettere interne tra i funzionali regionali addetti alla trasparenza e l’avvocatura regionale»: tale carteggio, che risale ai giorni successivi alla terza condanna del TAR (con espressa ipotesi di commissariamento della Regione se perdurava la grave inadempienza), rappresenterebbe, secondo i denuncianti, un inequivocabile tentativo di inquinamento delle prove.

A preoccupare la Caponnetto è in particolare il fatto che «durante la predetta legislatura regionale sono state condotte numerose inchieste giudiziarie che hanno riguardato altrettanti consiglieri regionali, a vario titolo implicati in indagini a carico di esponenti di clan camorristici. Inoltre il nome di alcuni consiglieri regionali, che allo stato non risulterebbero ufficialmente indagati, ricorre più volte negli atti delle Direzioni Distrettuali Antimafia, attraverso le verbalizzazioni di pentiti considerati credibili dai pubblici ministeri inquirenti».

«Viva è pertanto la preoccupazione dell’Associazione Antimafia Caponnetto – si legge ancora nel documento – per la trasparenza ostinatamente negata della rendicondazione sulle consistenti somme di fondi comunitari spesi durante la legislatura guidata dal presidente Stefano Caldoro».

Di qui la richiesta all’ANAC della Caponnetto. L’Associazione, pur «fiduciosa che l’attività inquirente del pm Magnetta conduca tempestivamente a risultati sotto il profilo dell’azione penale», sollecita sulla vicenda un intervento del presidente Raffaele Cantone, «nel segno di quella trasparenza che proprio l’Autorità Anticorruzione sta affermando come valore prioritario, per restituire legalità alla gestione della cosa pubblica e credibilità allo Stato, in una regione a più alto tasso di povertà, disoccupazione e camorra, qual è la Campania».

 

Roma, 20 gennaio 2016

 

Associazione Antimafia Caponnetto

Il segretario nazionale Elvio Di Cesare

 

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