ATTENZIONE .NOI ABBIAMO VOLUTO DIVULGARE QUESTA NOTIZIA PER DIMOSTRARE CHE NON SIAMO ” CONTRO” L’AZIONE DI ALCUNI TESTIMONI DI GIUSTIZIA ,IN QUESTO CASO CAMPANI -ED IN ALTRA OCCASIONE SICILIANI ,CHE GIUSTAMENTE RIVENDICANO UN TRATTAMENTO DA PARTE DELLO STATO PIU’ UMANO .MA IL PROBLEMA DELLA CATEGORIA NON SI RISOLVE CON UN POSTICINO DA 1300.1500 EURO AL MESE CON LA QUALIFICA DI BIDELLO,DI GRUPPO C E DI LIVELLO ESECUTIVO CHE,PERALTRO, NON COSTITUIREBBE UN DIRITTO PER TUTTI PERCHE’ LA MAGGIOR PARTE DEI TESTIMONI DI GIUSTIZIA E’ COSTITUITA DA PERSONE CHE HANNO SUPERATO LA SOGLIA DEI 50-60 ANNI E CHE ERANO IMPRENDITORI CON UN TENORE DI VITA DI GRAN LUNGA SUPERIORE A QUELLO CHE DERIVEREBBE LORO DA UN’ASSUNZIONE A LIVELLI COSI’ BASSI.
INTANTO IL DIRITTO ALL’ASSUNZIONE NELLA P.A, CON MANSIONI E RETRIBUZIONI ADEGUATE ALL’ORIGINARIO TENORE DI VITA VA ESTESO AI FAMILIARI DEI TESTIMONI IN QUANTO NON SONO SOLO QUESTI A SOFFRIRE DELLO STATO IN CUI SONO RIDOTTI MA LE INTERE LORO FAMIGLIE. E,POI, BISOGNA RISOLVERE ANCHE IL POBLEMA DELLA LORO PROTEZIONE IN QUANTO LA MAFIA NON DIMENTICA MAI ED E’ PRONTA A VENDICARSI ANCHE DOPO 30 ANNI DAL GIORNO IN CUI IL TESTIMONE HA MANDATO IN GALERA I SUOI KILLER.OCCORRE INSOMMA UN’ INVERSIONE DI TENDENZA ANCHE DI NATURA CULTURALE,OLTRE CHE STRUTTURALE, CHE INVESTA I MEMBRI DELLA COMMISSIONE CENTRALE EX ART.10,SERVIZIO CENTRALE PROTEZIONE,NOP E TUTTI GLI ALTRI APPARATI CENTRALI E TERRITORIALI PERCHE’ NOI ABBIAMO CASI DI UMILIAZIONI SUBITE DA TALUNI TESTIMONI MALGRADO L’ESISTENZA DI LEGGI E REGOLAMENTI.
E,INFINE,SE VOGLIAMO DIRLA TUTTA ,NON CI PIACE AFFATTO TUTTA QUESTA FRAMMENTAZIONE DI LEGGI E LEGGINE QUANDO,AL CONTRARIO,BISOGNEREBBE APPROVARE UNA LEGGE UNICA E VALIDA PER TUTTA ITALIA E NON SOLO PRIMA PER LA SICILIA,ORA PER L A CAMPANIA E DOMANI CHISSA’ PER QUALE ALTRA REGIONE.
QUESTO COMPORTAMENTO E’ ESTREMAMENTE PERICOLOSO OLTRE CHE AVVILENTE.
ASSOCIAZIONE CAPONNETTO
Testimoni giustizia campani chiedono legge ad hoc a De Luca
Mattiello (Pd),assunzioni più rapide.Riforma sia discussa presto
15 febbraio, 15:36
(ANSA) – ROMA, 15 FEB – Sembra siano in arrivo buone notizie per i testimoni di giustizia campani. “Con l’interessamento del governatore della Campania Vincenzo De Luca e grazie al forte impegno del viceministro all’Interno Filippo Bubbico, finalmente il lavoro diventerà una realtà per i testimoni di giustizia”, afferma il testimone di giustizia Luigi Coppola che ha avuto incontri, in queste settimane, con il Servizio Centrale di protezione e con la Regione Campania per l’attuazione della legge nazionale, del 2013, che prevede un lavoro nella pubblica amministrazione per i testimoni di giustizia che ne abbiano i requisiti e la necessità. Coppola, che ringrazia il governatore De Luca e il viceministro Bubbico anche a nome degli altri testimoni di giustizia campani, auspica che la Regione Campania dia vita ad una legge per il lavoro ai testimoni di giustizia come quella della Regione Siciliana, che ha già dato un posto di lavoro a chi ha denunciato la mafia e le estorsioni subite. “E’ positiva l’attenzione di Governo e Regioni per l’assunzione nella PA dei testimoni di giustizia, ma la legge va cambiata”, osserva il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, dove coordina il V Comitato che si occupa proprio di testimoni, collaboratori e vittime di mafia. “L’azione del viceministro Bubbico sta dando riscontri positivi – prosegue Mattiello – sia in relazione alla situazione dei testimoni di giustizia di origine siciliana, che nella impossibilità di tornare in località d’origine per motivi di sicurezza, vivono da mesi una condizione insostenibile e pericolosa, sia in relazione a quella dei testimoni non siciliani, sottoposti al regime delle norme nazionali, che anche grazie alla sensibilità dei presidenti di alcune Regioni intravedono una soluzione”. E tuttavia, aggiunge il deputato, per la Commissione Antimafia, che ha presentato un testo di riforma del sistema tutorio, a prima firma Bindi, sottoscritto da tutti i gruppi politici, “resta chiaro che l’assunzione nella PA deve essere intesa come estrema ratio: uno strumento da utilizzare soltanto quando malauguratamente ogni altra misura per garantire l’autonomia del testimone e della sua famiglia, si sia rivelata impraticabile. Il testimone di giustizia è prima di tutto un cittadino a cui lo Stato non deve chiedere di fare l’eroe: lo Stato – conclude Mattiello – deve garantire a questi cittadini la normalità. Ciò posto, le norme sull’assunzione nella PA vanno cambiate, perché siano più efficienti. Il confronto con il viceministro Bubbico e con la Commissione Centrale prosegue positivamente, auspico che la proposta di legge di riforma, possa essere incardinata in Parlamento nelle prossime settimane”. (ANSA).