Caso Censi, i fondi neri di professionisti e imprenditori pontini a Lugano
Latina
18/02/2016 – 19:38
di Andrea Ranaldi
Cercando di fare luce sulla morte dell’avvocato Paolo Censi gli investigatori della polizia hanno scoperto l’esistenza di un conto corrente anonimo in una banca svizzera utilizzato da noti commercialisti e imprenditori del capoluogo pontino per distrarre al fisco italiano ingenti somme di denaro, decine di milioni di euro. La svolta nelle indagini è arrivata martedì, quando una delegazione composta da detective di Squadra Mobile e Guardia di Finanza e inquirenti della Procura di Latina è volata a Lugano per raccogliere informazioni che si sono rivelate molto più utili del previsto.
Indagando per scoprire cosa avesse turbato il penalista 56enne al punto di portarlo a maturare l’estremo gesto, gli uomini del vice questore aggiunto Antonio Galante avevano passato al setaccio l’ufficio di piazza Buozzi e i loro sospetti si erano concentrati proprio su una serie di viaggi oltralpe, l’ultimo pochi giorni prima del suicidio. I primi accertamenti hanno permesso di scoprire innanzitutto che Censi era andato in Svizzera in compagnia di alcuni clienti. Gli approfondimenti del caso hanno fatto emergere il ruolo dell’avvocato e gli interessi dei professionisti che gli avevano affidato il compito di gestire la movimentazione del denaro.
Le indagini sono tuttora in corso e in Questura vige il massimo riserbo, ma sembra che in questi due mesi di verifiche la polizia sia riuscita ad accertare una movimentazione di denaro proprio dalla banca elvetica verso il capoluogo pontino: elementi sufficienti per chiedere una rogatoria internazionale. Lunedì quindi il sostituto procuratore che segue il caso, Luigia Spinelli, e il dirigente della Squadra Mobile, Antonio Galante, insieme agli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, sono volati in Svizzera per acquisire informazioni sul conto corrente anonimo utilizzato per quella movimentazione di denaro. La missione ha permesso di scoprire i nomi che si celano dietro al conto anonimo, quelli appunto di professionisti e imprenditori latinensi, clienti dell’avvocato Paolo Censi le cui posizioni sono ora al vaglio della Procura.
Le indagini a questo punto proseguono su due fronti, per decifrare la movimentazione dei capitali oltre che scoprire se il penalista avesse commesso degli errori che lo hanno portato nella condizione di dovere sopportare il peso di una responsabilità troppo grande.
Gli investigatori sono al lavoro infatti per risalire alla provenienza del capitale depositato in Svizzera, capire in che maniera siano state accantonate somme ingenti di denaro “nero” e soprattutto accertare se, dietro agli intestatari del conto anonimo, si nascondano anche altre persone. Insomma, non è escluso che quel deposito bancario venisse utilizzato per occultare e successivamente riciclare i proveniti di più attività illecite. Ma se da un lato è più facile per i detective intercettare il flusso di denaro in uscita, meno lo è risalire alla provenienza delle decine di milioni di euro trovate a Lugano.
Inquirenti e investigatori hanno la sensazione di avere scoperchiato il vaso di Pandora.