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Mafia,appalti,politica e massoneria.Parla un pentito

Sicilia Cronaca

 

Appalti, mafia, politica, massoneria, Tuzzolino è un fiume in piena. Molti protagonisti delle sue rivelazioni cominciano a tremare 

Scritto da Redazione

Martedì, 19 Aprile 2016 21:57 

giuseppe tuzzolinoViene considerato a tutti gli effetti un importante collaboratore di giustizia quasi dello stesso livello del boss di Racalmuto Maurizio Di Gati . Giuseppe Tuzzolino, agrigentino, classe 1980, da diverso tempo, dopo il suo arresto avvenuto nel 2013, sta collaborando con i Pool di magistrati di diverse province per raccontare fatti e personaggi del mondo dell’imprenditoria, e di tutto quanto girava attorno ad affari ed appalti, compresa la politica, la massoneria e dei personaggi delle più importanti famiglie appartenenti alla criminalità organizzata. La sua ascesa nel mondo degli appalti avviene in occasione del legame con la figlia dell’architetto Calogero Baldo. Grazie a questo legame affettivo con la figlia del titolare dello studio Well Tech partecipò attivamente ai progetti che lo studio tecnico del suocero realizzava . Tuzzolino nello specifico si occuperà delle gare di appalto di tutta la Sicilia. Con queesto compito riuscì ad organizzare un giro di affari di tutto rispetto che gli permise di ottenere notevoli guadagni. Nel 2013 però incappa nelle maglie della giustizia, viene arrestato per il reato di associazione a delinquere, truffa, turbativa d’asta e falso nell’ambito dui una indagine portata avanti dalla Procura di Agrigento. Dopo l’arresto Tuzzolino decise di collaborare con la giustizia e confessare i fatti per cui era stato arrestato ottenendo per questo motivo gli arresti domiciliari. Dopo un periodo di collaborazione con i magistrati di Agrigento, essendo a conoscenza di fatti e circostanze inerenti l’organizzazione di cosa nostra, si incontrò con i magistrati della DDA di Palermo. Con questi magistrati Tuzzolino fece una confessione copleta e dettagliata al punto che, essendo stato dichiarato teste attendibile, potè usufruire del programma di protezione. Dopo Palermo toccò alla DDA di Catania ascoltare le rivelazioni del collaboratore. Qui Tuzzolino inizia a raccontare fatti legati alla vicenda della gestione del Parco tematico di Regalbuto, descritto come il classico pozzo di San Patrizio dove imprese, faccendieri e uomini d’onore guadagnavano notevoli quantità di denaro, in parte proveniente da un contributi regionali, per lavori che non venivano mai eseguiti. Il pentito ha raccontato di riunioni che si tenevano per concordare i particolari relativi al progetto e a questi incontri partecipavano diversi personaggi tra questi l’avvocato Mario Cavallaro, da Tuzzolino definito uomo vicino ai clan, tale Rosario Musumeci, un siciliano trapiantato in Svizzera, assieme anche all’onorevole Gianfranco Miccichè. Le riunioni si tenevano presso l’hotel Atlantis di Giarre, di proprietà di tale Rosario Russo, titolare dell’impresa Edil House, che Tuzzolino ha definito uomo della mafia del paese di Giarre. Altra impresa coinvolta nei lavori del Parco tematico di Regalbuto era la ditta di tale Giovanbattista Scidà, originario di Catania con studio a Roma e in Romania. Tuzzolino nelle sue confessioni parla anche degli interessi della massoneria. Ha raccontato dei suoi continui viaggi in Romania per conto della Loggia La Sicilia, su incarico del rappresentante Gasperino Valenti, delegato magistrale, e per conto della Loggia L’Oriente di Bergamo su incarico dei rappresentanti Alessandro Averna e Mario Scarlata, i quali intendevano creare una nuova provincia massonica a Bucarest per trasferire all’estero i guadagni in nero per farli poi ritornare in Italia con fatturazione di società di comodo. Parla dei suoi incontri con Marcello Battaglia considerato l’uomo delle cosche che si occupava di gestire ed investire i soldi illeciti, provenienti da Catania, nelle sale da gioco e nella prostituzione,. Nella città etnea Tuzzolino viene a saper dal suocero che ambienti politici si interessavano a far realiazzare dei Centri Commerciali, in particolare i politici si occupavano dell’aspetto amministrativo, per conto del clan di Santapaola. Per la realizzazione di uno di questi Centri commerciali descrive l’incontro che il suocero ebbe con l’assessore Nino Strano. In quell’occasione l’archiettto Baldo chiese a Strano di poter progettare un centro commerciale tra quelli che erano in programmazione. Il socero gli riferì che l’assessore Strano si era interessato per il Centro La Tenutella che era un affare della famiglia di Vincenzo Aiello. Tuzzolino parla del geologo catanese Giovanni Barbagallo, che conobbe tramite l’ingegnere Romiti, che nella città etnea aprì uno studio tecnico. Lo stesso professionista gli riferì che Barbagallo faceva da cerniera tra la politica e la mafia. Lo stesso Barbagallo si occupò di introdurre le imprese ed i tecnici graditi a Vincenzo Aiello negli appalti del Policlinico di Catania e del pronto soccorso dello stesso nosocomio. Le imprese interessate ai lavori, che davano il 2% alla mafia tramite Barbagallo erano la POZZOBON di Alessandro Bosco, la COGIP di Mimmo Costanzo e l’impresa LORE. Il Barbagallo, così come aveva confidato allo stesso Tuzzolino, era molto amico dell’onorevole Angelo Lombardo. Tuzzolino riferisce hai magistrati che il nome di Barbagallo venne fatto, in una riunione a svoltasi a Canicattì, come colui che sosteneva la campagna elettorale di Raffaele Lombardo. Il pentito riferisce che ebbe modo di incontrare il Barbagallo negli Uffici della Presidenza della Regione dove Tuzzolino si recò per parlare con Patrizia Monterosso che ha dichiarato essere in realtà una sorella in Massoneria e che si occupava di tutti gli interessi dei componenti della Loggia La Sicilia. Nelle sue dichiarazioni parla anche di incontri avvenuti in provincia di Agrigento tra ambienti della politica regionale, amministratori locali, elementi di spicco della stidda e di cosa nostra per organizzare il sostegno alla candidatura di Raffaele Lombardo a Presidente della Regione.