MADDALONI TRA CAMORRISTI E INTERROGATORI ESILARANTI. Salvatore Medigas Esposito in…caffè Borbone un mix tra San Francesco d’Assisi e Padre Pio: “Facevo opere di bene, prestando soldi a persone bisognose”. Manco a dirlo, tutti camorristi
In calce il secondo e ultimo stralcio del lungo capitolo che le indagini della Dda hanno dedicato ai rapporti tra i clan e l’imprenditore vittima di estorsione ma anche collaborativo con le attività criminali
MADDALONI – La lunga porzione che i magistrati della Dda dedicano alla figura di Salvatore Esposito, imprenditore della Medigas e delle cialde di caffè Borbone, si chiude con la pubblicazione di un interrogatorio che se non avesse per oggetto questioni tanto serie, sarebbe, addirittura esilarante.
Di fronte a una serie di episodi, di cui gli inquirenti posseggono riscontri solidi, a partire dalle dichiarazioni dei capi clan Farina, Martino tutti divenuti collaboratori di giustizia, Salvatore “Medigas” inaugura una formula nuova rispetto a quella utilizzata da altri imprenditori di Maddaloni in altri interrogatori, di cui Casertace ha dato conto, negli ultimi mesi, approfondendo centinaia e centinaia di carte giudiziarie.
Noi abbiamo approfondito centinaia e centinaia di documenti,, Salvatore Medigas Esposito si è limitato invece a suo dire a compiere una serie di atti di generosità quasi francescana a vantaggio di boss, vice boss, ras e mogli di camorristi, ma sempre, dice lui, nell’ordine di “poche centinaia di euro”.
A ognuno insomma “la propria centinaia”, il tutto per negare pervicacemente di essere stato vittima di una miriade di estorsioni. A un certo punto dell’interrogatorio Esposito lo dice pure che lui vendendo gas si sentiva esposto a qualche “dispettuccio” del clan. Ma poi non rende coerente il suo discorso, ritornando a raccontare questi autentici atti di filantropia finalizzati a dare una mano a gente povera quali erano, a suo dire, i vari Di Matteo e altri camorristi assortiti.
Salvatore Esposito è una sorta di caposcuola di questa particolare categoria di imprenditori maddalonesi che hanno interpretato, come abbiamo scritto in altre occasioni, la parte delle vittime, ma anche quella dei carnefici, ponendo i propri servigi a disposizione del mondo criminale che era un mondo spesso frequentato di cui Esposito si riteneva addirittura, amico, come nel caso della famosa “mediazione” (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO) fatta tra il clan e il titolare del bar Del Monaco allo scopo di trovare un punto di equilibrio sulle estorsioni da versare dal noto bar pasticceria e tavola calda dei giardinetti.
G.G.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’INFORMATIVA SU UNA DELLE TANTE E IMPORTANTI INDAGINI COMPIUTE SULLA CAMORRA MADDALONESE