LE RIVELAZIONI
Elezioni nel Napoletano. «Ho venduto il voto e guadagnato 1500 euro» Il racconto choc di un elettore
«A me hanno dato 50 euro ma poi mi hanno detto che avrei guadagnato 20 euro per ogni persona che portavo a votare così mi sono presentato con 70 persone»
di REDAZIONE
10/06/2016
CASTELLAMMARE. «Il mercato del voto è peggio del mercato ortofrutticolo, per comprare un voto bastano anche i buoni pasto da 7 euro». È la testimonianza choc di uno stabiese resa alle telecamere di “Tagadà”, programma televisivo di La7. Sono parole che piombano come un macigno sulla città a pochi giorni dal voto di domenica scorsa. Ai seggi sono state denunciate tre persone per aver fotografato la scheda, un flash al voto come campanello d’allarme fortissimo sulla compravendita di voti. In due sono stati beccati dalla polizia al seggio elettorale di Traversa Lattaro e un’altra persona al seggio allestito alla scuola dell’ex Seminario incentro cittadino. Sos arrivato già dal candidato Salvatore Vozza e da Gaetano Cimmino, il candidato del centrodestra, che ieri ha presentato un esposto alla Procura di Torre Annunziata. L’uomo, che ha chiesto di rimanere anonimo e dalle poche immagini che si intravedono pare essere stato intervistato presso l’ex colonia dei ferrovieri. Spiega al giornalista quale è il meccanismo per comprare i voti a Castellammare e come guadagnare i soldi in tempi di elezioni. «Ho dovuto scattare una fotografia con il mio voto assegnato a chi di dovere, fuori dal seggio ho fatto vedere la foto e mi hanno dato 50 euro. Mi hanno detto che se portavo a votare anche altra gente avrei guadagnato 20 euro a persona, 30 euro superato un certo numero. Ne ho portate 60-70 e ho guadagnato 1500-2000 euro».
«CI HO GUADAGNATO». La sua filosofia la riassume così: «A me un voto più o meno non mi cambia nulla, c’ho guadagnato,che me ne frega». E racconta un vero e proprio mercato del voto:«peggio di quello ortofrutticolo».«A volte gli elettori – spiega – vengono pagati con i buoni pasto: un blocchetto basta per comprare i voti di un’intera famiglia». «Mi hanno detto che altre 1500 persone hanno fatto come me, a comprare i voti sono sempre gli stessi. Non so come fanno a spendere 30mila euro per comprare i voti quando poi da consigliere comunale ne guadagna 70 euro al mese. Si porta a votare gente che quella mattina ha bisogno di 20-30 euro per fare la spesa». «Al centro è stato più difficile comprare voti, ma in periferia sono stati comprati tanti voti perchè c’è più fame, c’è più bisogno dei soldi per la spesa».
fonte:www.internapoli