APRILIA,APRILIA,APRILIA!
UNO DEI PUNTI “CALDI” QUANDO SI PARLA DI MAFIE E DI CRIMINALITA’ IN PROVINCIA DI LATINA. EPPURE NESSUNO SEMBRA CHE NE VOGLIA PARLARE. PERCHE’?
Non riveliamo nulla di inedito e di eccezionale se parliamo di Aprilia come di uno dei punti più “caldi” della provincia di Latina.
A ridosso di Roma e di tutta l’area dei Castelli romani e del litorale Anzio-Nettuno-Pomezia-Torvaianica ed Ostia,essa occupa uno dei primi posti nelle Relazioni di tutte le Commissioni Parlamentari Antimafia,della Direzione Nazionale Antimafia e della DIA.
Il crocevia di affari e di clan di tutte le specie.
Ci sembra di avvertire una certa idiosincrasia nella gente nel parlare di questo aspetto e ciò comporta ovviamente conseguenze gravissime costituite dal disinteresse e dal silenzio più assoluti rispetto a fatti rilevanti sui quali grava il buio più completo.
Ci riferiamo,in particolare,all’assassinio dell’avv.Mario Maio avvenuto nel 1990,alle minacce ed agli attentati ai danni dell’ex Assessore Antonio Chiusolo – costretto alle dimissioni ed addirittura al ritiro a vita privata nel 2013 – ed alla botte subite dal consigliere comunale Pasquale De Maio nello stesso periodo.
Tre fatti di una gravità eccezionale che ci raffigurano il quadro di una città e di un territorio nei quali assassini,delinquenti,affaristi di ogni specie l’hanno fatta da padroni,tutti impuniti,e pronti probabilmente a rifarla appena se ne dovessero ripresentare l’occasione e le condizioni .
Questo é il quadro,piaccia o non piaccia,perché,se dovesse perdurare quel buio di cui parlavamo e che costituisce l’humus che ha alimentato la crescita – o la decrescita che dir si voglia- di una città fra le più importanti del Lazio,non si andrebbe da nessuna parte e parlare di legalità e di giustizia non solo ad Aprilia ma anche nel resto della provincia di Latina sarebbe un puro e semplice esercizio retorico senza alcun aggancio alla realtà.
Dietro quelle pallottole ,quelle bombe incendiarie e quelle mazzate si nasconde tutto un mondo assassino ,depravato,affaristico che ,impunito e perciò baldanzoso,potrebbe,secondo noi,essere pronto a reiterare le gesta criminali in qualsiasi momento.
Altro che ………….reati in diminuzione ed altre pinzillacchere del genere.
Si annotano i fatti,non quello che non appare all’evidenza ed alla luce del sole,”dietro” di essi.
Come anche nel caso degli investimenti di capitali sospetti che non si sono mai voluti indagare per individuarne la provenienza.
Incapacità,ignoranza,mancanza di volontà o peggio ancora ?
Non lo sappiamo ,ad oggi,anche se siamo determinati con il tempo a capirci qualcosa in più.
Certo è che le cose ,almeno fino ad oggi,non hanno funzionato e l’impianto investigativo pontino ha mostrato e mostra tutte le sue deficienze,le sue carenze,le sue crepe.
E questo non é assolutamente tollerabile.
Noi non abbiamo il dono dell’ubiquità,non siamo volutamente molti perché non ci piacciono parolai ed opportunisti e non abbiamo tutte quelle risorse di cui dispone la cosiddetta antimafia di regime.
In più la nostra dimensione nazionale non ci consente di dedicarci anima e corpo ad un’area limitata quale é quella di una provincia o di una regione solamente.
Ci troviamo ad affrontare problemi anche di altre regioni più o meno lontane dal nostro acquartieramento.
C’é da aggiungere,inoltre,che il modello di fare antimafia da noi prescelto sin dalla nostra nascita ci fa rifuggire dalla declamazione e dalla retorica che riteniamo i nemici peggiori di un’antimafia reale,effettiva,efficace.
A noi,al contrario,piace andare al fondo dei problemi,alle cause che li determinano,che li creano.
Ecco perché gridiamo tutto il nostro dissapore quando vediamo che le cose non vanno come dovrebbero andare.
Senza guardare in faccia a chicchessia perché noi non abbiamo paura di nessuno e non prendiamo nè vogliamo soldi da nessuno e non abbiamo padroni.
Di una cosa,però,tutti debbono essere certi:
se l’Associazione Caponnetto prende nelle sue mani un problema ne viene a capo.
Prima o poi.
Costi quello che costi.
E il “problema Latina e del Basso Lazio” lo ha preso da qualche tempo nelle sue mani e ne verrà a capo.
Si cominci,quindi,a lavorare come si deve .