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Neomelodici e camorra. Franco Ricciardi e Mauro Nardi cantano per il boss

Neomelodici e camorra. Franco Ricciardi e Mauro Nardi cantano per il boss

Neomelodici e camorra. Franco Ricciardi e Mauro Nardi cantano per il boss
I due cantanti, non coinvolti nell’inchiesta, hanno celebrato il ras al telefono

di Ivan Marino

NAPOLI. Trapela la notizia dell’imminente fine pena notificato al boss dal Tribunale di Napoli e i figli con il resto della famiglia e qualche fedelissimo decidono di festeggiare. Invitano anche i neomelodici Franco Ricciardi e Mauro Nardi (non coinvolti nella vicenda giudiziaria) che dedicano una canzone a Lo Russo il quale è al telefono, ascolta, apprezza e, a viva voce, saluta e ringrazia tutti. Il retroscena emerge dall’inchiesta che ha portato all’arresto delle 24 persone legate ai Lo Russo.
“ll clan dei “capitoni” non ha mai smesso di essere operativo: ha sempre reagito alla risposta dello Stato, concretizzatasi in arresti e condanne, facendo aôdamento anche sulle ‘fortuite’ coincidenze giudiziarie: all’arresto di alcuni seguiva la scarcerazione di altri uomini di vertice che, immediatamente, riprendevano il controllo dell’organizzazione facendo aôdamento anche sulla presenza di giovanissimi pronti a tutto pur di entrare nelle grazie del capo clan di turno“. Lo scrive il gip Francesca Ferri nelle 504 pagione dell ordinanza di custodia cattelare che ieri ha portato in carcere 24 tra capi e aôliati della potente cosca di Miano e zone limitrofe.Il boss Carlo Lo Russo, nel luglio del 2015, dopo un lungo periodo di detenzione, è tornato in libertà e ancora prima di fare rientro a Miano, nella roccaforte del clan ‘di famiglia’ a via Janfolla, da uomo ‘libero’ – sia pur sottoposto al regime della sorveglianza speciale – nell’ultimo periodo della sua detenzione, nel corso del quale, grazie ai permessi concessigli dal Tribunale di Sorveglianza, ha avuto la possibilità di incontrare i familiari e (in modo occulto) diversi affliati cui ha impartito direttive così riprendendo i contatti con l’esterno, ha preso nelle proprie mani le redini del clan, ha riorganizzato i pochi uomini rimasti liberi, ne ha arruolati altri, li ha organizzati ed ha iniziato a comandare ed a gestire il clan. Al suo fianco la moglie, Anna Serino, rimasta a lui fedele e con lui convivente ñno al momento degli arresti di aprile 2016 (per l’omicidio Izzi).

L’elevato spessore criminale del boss è rappresentato da un episodio raccontato nell’ordinanza. Siamo nel giugno del 2015: Carlo Lo Russo ha avuto la notifica della fine pena’ determinato dal Tribunale di Napoli e ne parla con Giulio De Angioletti. I due scherzano del fatto che la notizia si era diffusa e che molte persone avevano preparato i bagagli per scappare in vista del rientro di Carlo Lo Russo. In realtà, Carlo Lo Russo rimarrà ancora detenuto nel carcere di Agrigento per altro titolo di reato prima di rientrare, il 17 luglio 2015, a Miano. Anna SERINO chiama sull’utenza in uso alla nipote e, dopo i convenevoli, Carlo parla con il futuro marito di della nipote rimproverandolo, pur non avendolo mai conosciuto, per il suo comportamento nei confronti della famiglia ammonendolo di non tenere più determinati atteggiamenti. Nell’ambito della stessa conversazione Carlo, parla anche con i nipoti, Enzo LO RUSSO alias ‘o signore Antonio LO RUSSO, figlio del defunto Vincenzo, alias ‘o cuniglio. Quest’ultimo, dice allo zio che sono in un locale perché stanno festeggiando i suoi figli e che c’è tutta la famiglia presente, e c’erano anche i cantanti neomelodici invitati alla festa, Mauro Nardi e Franco Ricciardi, tanto che Carlo parla con il Nardi che canta al telefono una canzone, dedicandogliela.
28/06/2016
fonte:www.internapoli.it