IN TERRA DI CAMORRA SI NAVIGA SOTTO COSTA
C’é stata un’evoluzione nei rapporti fra mafia e politica negli ultimi anni e, cioè che, mentre prima si trattava di due poteri che a volte si combattevano e in altre si alleavano,oggi in molte realtà sono diventati la stessa cosa.
Mafia e politica un unicum,fino a permeare e condizionare tutto e tutti,o quasi,istituzioni in primis.
“‘O sistema”.
L’omertà,il fenomeno sul quale stiamo accentuando la nostra attenzione in questo ultimo periodo,va letta e giudicata con questa logica: una società ridotta,con poche eccezioni,a zerbino dei gruppi di interessi.
Quei “nun sacciu niente” o ,peggio,quel “sacciu chi é ma me paga buono” sono la rappresentazione di una società in maggioranza vittima di una subcultura del malaffare e della sudditanza .
Grazie anche ad una sottile,quotidiana,robusta campagna di distrazione di massa.
Nelle settimane scorse abbiamo appreso di una manifestazione nella quale é apparsa evidente la frattura esistente nell’attuale società: gli adulti in piazza ad ascoltare canzoni del passato ed i ragazzi confluiti altrove a migliaia in un rave party .
Con taluni rappresentanti delle istituzioni locali schierati sul palco con i primi e non con i secondi lasciati a loro stessi.
Due mondi contrapposti che una classe dirigente accorta ed intelligente avrebbe tentato di unire ,anziché spaccare ,con un’iniziativa capace di saldare il vecchio al nuovo.
Una riedizione,quasi,mutatis mutandis,di quelle esibizioni neomelodiche tanto amate in certe parti del sud Italia.
Il segno di una società stantia che rifiuta di trattare i grandi temi sociali attuali e dell’avvenire.
A cominciare da quelli della giustizia sociale e della lotta al malaffare ed alle mafie che dominano la scena.
Non si vuole affrontare il mare aperto e si continua a vivere ripiegati sul passato,navigando sotto costa.