Sono decenni che si tenta in tutti i modi di negare l’evidenza e di fare quindi in modo che non si indaghi come si dovrebbe sul versante della lotta alla criminalità mafiosa.
Vogliamo ricordare al riguardo alcuni di questi elementi:
1) all’interno dell’ex stabilimento della Miralanza a Pontinia,anni fa ci fu un dibattito pubblico organizzato da Anna Scalfati per conto della RAI nel quale ebbero modo di confrontarsi il Segretario dell’Associazione Caponnetto e l’allora Procuratore Capo della Repubblica di Latina.
Mentre il primo denunciava la presenza e le attività delle mafie in provincia di Latina,il secondo ,al contrario,sosteneva che……. non ci sono in terra pontina organizzazioni radicate;
2) le dichiarazioni di Carmine Schiavone ,di Facchi e di altri collaboratori di Giustizia soprattutto sul ruolo del Porto di Gaeta nei traffici delle organizzazioni criminali e sui contatti fra pezzi dello Stato e elementi della camorra. Quando si parla del Porto di Gaeta non si può non ricordare,fra l’altro,tutta la vicenda relativa all’assassinio di Ilaria Alpi che stava indagando appunto sul traffico di rifiuti e di armi;
3) tutta la storia del “caso Fondi” e il trasferimento del Prefetto Frattasi;
4) le dichiarazioni del Procuratore Aggiunto ,nonché coordinatore della DDA di Roma , Prestipino ,riportate da IL Fatto Quotidiano nel dicembre 2014 nel famoso articolo di Andrea Palladino “Mafia Capitale e la palude pontina,fra omertà e minacce indagare non si può”;
5) le dichiarazione dell’ex Ispettore Marongiu della Questura di Latina il quale ha parlato di impedimenti alla sua attività investigativa su fatti e soggetti connessi con l’inchiesta in corso denominata “Olimpia” su Latina;
6) le notizie relative alle cosiddette “coperture istituzionali” in questa inchiesta nelle quali si é parlato anche dell’ex Questore e dell’ex Capo di Gabinetto dell’allora Sindaco di Latina,il quale ultimo ,oltre ad essere stato un funzionario della Polizia di Stato,avrebbe ricoperto anche un ruolo nei Servizi Segreti;
7)l’inadeguatezza dell’impianto investigativo pontino sul versante della lotta alle mafie.
Mettendo insieme tutti questi elementi in un quadro unitario ed approfondendo l’aspetto della gravità della situazione in cui versa l’intera provincia di Latina ormai quasi per intero sotto il tallone delle mafie ,la domanda che viene spontanea é:
non é che lo Stato abbia abdicato al suo ruolo e deciso di cedere il controllo della provincia di Latina alla mafia in quel “patto” che,secondo alcuni organi di stampa campani,sarebbe stato concluso in una “villa”dei Servizi a Gaeta ai tempi della guerra della “munnezza in Campania ?
Una sorta di trattativa mafia-stato,una delle tante delle quali si parla in Italia ??????
Non si spiegherebbero altrimenti ,prima, l’ostinato negazionismo pur di fronte ad una realtà che sta sotto gli occhi di tutti e,poi, la quasi inerzia di soggetti istituzionali il cui operato ha fatto sì che la provincia di Latina ed il Basso Lazio più in generale diventassero una sorta di “zona franca” per la mafia.
Se non si riesce a fare chiarezza completa e definitiva su questo aspetto,é inutile parlare di …………..lotta alle mafie perché sarebbe una presa in giro a noi stessi ed agli altri.
Per concludere:
Questi sono i due segmenti dell’inchiesta “Olimpia” che a nostro avviso vanno approfonditi,insieme ad un terzo che riguarda l’accertamento del ruolo svolto dal Capo di Gabinetto dell’ex Sindaco il quale si dice che fosse un ex funzionario dei Servizi Segreti.
In parole povere l’Associazione Caponnetto é interessata a “capire” bene se ci sia stato a Latina,come in altre parti della provincia ,un “ruolo” dei Servizi in alcune vicende.
Pubblichiamo,qui di seguito,due titoli di articoli apparsi sulla stampa pontina in relazione all’inchiesta “Olimpia” che ci offrono spunti per una profonda riflessione sulle cose da noi sopra ricordate.
Operazione Olimpia, la presunta “copertura” dell’ex Questore Intini alle trame di Maietta
Quando si punì il poliziotto che indagava sull’onorevole