Vediamo chi delle forze politiche e delle liste civiche in campo in vista delle imminenti elezioni amministrative nella città laziale del Golfo ha il coraggio di richiedere un’intitolazione dall’alto valore civile,morale e culturale.
30 anni di silenzi e di omertà rispetto ad una situazione che vede quella città e quel territorio silenti e,perciò,oggettivamente complici rispetto ad un fenomeno particolarmente grave qual’é quello di una vera e propria occupazione da parte delle mafie, imporrebbero un atto di resipiscenza di tal fatta.
Quella città,alle porte della Capitale,sarebbe stata ,secondo le rivelazioni di alcuni “pentiti” di mafia e di alcuni giornali qualificati campani,il luogo di “incontri” fra uomini delle istituzioni e della camorra.
“Incontri”,con tutti gli annessi e connessi, dei quali nessuna forza politica,da sinistra a destra,e nessun cittadino di quella città e di quel territorio hanno ritenuto finora parlare.
E ciò la dice lunga sullo spessore di una cultura mafiogena che affligge da alcuni decenni un territorio importante del nostro Paese impedendone la crescita civile,culturale ,economica e politica.
Gaeta non é una città come tante altre .La sua storia ed il suo patrimonio culturale,le sue eccezionali bellezze naturalistiche,il suo splendido golfo,il suo porto,l’hanno fatta essere fino ad alcuni decenni fa la meta e la dimora preferite delle più nobili e rinomate famiglie romane e,al contempo,il motore di una crescita civile ed economica di un territorio che si estende fino alla Capitale ed anche oltre.Tali sue caratteristiche hanno calamitato nei decenni scorsi l’attenzione e gli appetiti di orde di soggetti e capitali provenienti dalle aree del sud del Paese storicamente dominate dalla criminalità mafiosa.Un fenomeno,questo,che ha fatto scappare i cittadini romani e che ha creato una frattura con i centri vitali del Paese dove vengono decise le sorti dei territori.La conseguenza di tale fenomeno é sotto gli occhi di tutti:quasi tutto il tessuto industriale é fallito,la disoccupazione é alle stelle,le giovani generazioni non hanno la benché minima prospettiva di occupazione,l’economia é passata quasi tutta nelle mani di gente e capitali delle aree di cui sopra e migliaia di cittadini gaetani si sono visti anche essi costretti ad andare via a causa di un mercato drogato delle locazioni e dell’altissimo costo degli affitti.Tutti,questi,fenomeni-spia che conducono a epiloghi drammatici e letali,quali la dequalificazione del turismo e della perdita della ricchezza vera ed una continua,sempre più rapida ed accentuata decadenza civile e culturale della città e del suo territorio.
Finora tutti gli appelli alla classe politica gaetana a reagire a tale stato di cose,a creare un Osservatorio per la legalità,a determinare condizioni per sottrarsi alla morsa della camorra e della ndrangheta e a riallacciare i legami con i centri decisionali e vivi della Capitale del Paese,sono caduti nel vuoto.Ora,alla vigilia di elezioni che daranno vita ad una nuova Amministrazione Comunale , viene offerta ai cittadini di Gaeta,quelli che sono rimasti,un’occasione irripetibile e preziosa:un segnale forte di riscossa morale,civile e culturale.
L’intitolazione di una piazza o di una via centrali della città a Falcone e Borsellino.Sarebbero un colpo di reni formidabile,un sussulto di eccezionale valore di dignità e di orgoglio.una forte dichiarazione di volontà di riscossa e di ribellione alla mafia,la pronuncia di un fortissimo NO ALLA MORTE.
Se nessuno dovesse accogliere questo ultimo ed accorato appello,non avremmo che la MORTE definitiva di Gaeta e dell’intero Basso Lazio.La loro FINE!
Associazione Antonino Caponnetto