ALLARME CAMORRA NELLA GESTIONE DELLE SPIAGGE A TERRACINA. L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE INTENZIONATA A BANDIRE UN BANDO EUROPEO PER LA GESTIONE DELLE SPIAGGE. TERRACINA COME OSTIA?
70 stabilimenti balneari, o almeno larga parte di essi, rischiano di finire a Terracina nelle mani della criminalità organizzata.
Dopo quelli del commercio, della ristorazione, dell’edilizia, anche il settore balneare rischierebbe di finire nella mani di soggetti appartenenti a famiglie mafiose se andasse in porto un progetto che starebbe maturando nelle menti di taluni amministratori e di qualche alto funzionario comunale intenzionati a bandire un concorso a livello europeo per l’affidamento della gestione delle spiagge.
Terracina come Ostia, dove la criminalità è entrata pesantemente nella gestione delle spiagge?
70 stabilimenti gestori terracinesi, con le rispettive famiglie, senza considerare tutto l’indotto, rischiano di finire sul lastrico.
Sarebbe, se tale progetto fosse approvato, il colpo mortale all’economia terracinese e del relativo territorio già ridotta all’osso in quanto in gran parte già nelle mani di soggetti sospettati di appartenere a famiglie mafiose.
Quello che stupisce è il silenzio di quanti, anziché parlare di fatti specifici e della situazione drammatica in cui versa Terracina sul piano economico a causa, appunto, dell’espulsione degli operatori locali e dei relativi rimedi da adottare, preferiscono parlare di… pinzillacchere.
Come nel caso della “fogna tax “, in cui, anziché affrontare l’intero problema, andandone alle radici e chiedendo di sciogliere i nodi di un vero e proprio guazzabuglio, si sono limitati a mettere a fuoco solamente l’aspetto dell’… ”incompatibilità” di un consigliere comunale che, al contempo, riveste la carica anche di amministratore delegato della “Terracina Sviluppo”. Come se il problema fosse solamente questo!
Meno male che, dopo la nostra denuncia, è partita l’inchiesta giudiziaria che ci auguriamo faccia luce sull’intera vicenda.
Il problema della presenza della criminalità organizzata a Terracina e sul territorio circostante è un problema drammatico che pone quest’area fra quelle individuate dalla Direzione Nazionale Antimafia fra le più infiltrate dalle mafie.
Da alcune nostre ricerche è emersa la probabile esistenza di un filo rosso che collega situazione e persone operanti sull’asse Terracina, Fondi, San Felice Circeo e, forse, anche oltre.
Gli addetti ai lavori sanno di cosa stiamo parlando.
A questo punto, il discorso è tutto politico, prima che investigativo e giudiziario.
Se c’è una reale volontà a livello politico, soprattutto da parte dell’opposizione, di contrastare l’avanzata continua delle mafie, non bisogna girare intorno al problema, come sembra che sia avvenuto finora, anche nel corso di un dibattito in piazza in cui si sarebbe parlato di esso in termini molto generici.
Se gli operatori locali sono stati estromessi dal tessuto economico locale, se negozi, ristoranti, alberghi sono stati acquisiti da persone provenienti per lo più dalle regioni storicamente controllate dalle mafie, se ora sta maturando nel silenzio di tutti il progetto di bandire un bando europeo che cederebbe anche il settore balneare a soggetti esterni al nostro territorio, ci saranno responsabilità della intera classe politica. Ci sbagliamo?
LA SEGRETERIA