CASERTA. Più che un ospedale un casinò di imbroglioni: uno per uno i 31 che falsificarono. IOVINE IN UN SOLO GIORNO LIQUIDO’ PIU’ DI 4 MILIONI DI EURO ALLA GESAP
CASERTA (di Gianluigi Guarino) – Sono due i blocchi di contestazione relativamente al presunto reato di falso consumato in relazione alle varie schede, attraverso cui l’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano valutava il lavoro e la società Gesap srl che si occupava di pulizia e sanificazione e di altri servizi accessori.
Del primo, ci siamo già occupati l’altro giorno (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO) con tanto di pubblicazione di decine e decine di nomi, tra medici, infermieri, dipendenti dell’ospedale della Gesap indagati. Oggi tocca al secondo.
Intanto diciamo che esiste una differenza rilevante tra le schede farlocche del capo 1 dell’ordinanza e quelle di cui ci occupiamo oggi e comprese nel capo II. Nel primo caso si trattava di controlli che non venivano proprio effettuati e molte schede venivano fatte posticce all’indomani della richiesta effettuata dalla Dia. Attenzione, una vera e propria fabbrica del falso formata da centinaia di schede. Nel caso che esaminiamo oggi, cioè quello del capo II, invece, le schede corrispondevano a controlli effettivamente svolti ma iniziati solo in coincidenza con l’avvento della commissione d’accesso prefettizia d’indagine da cui poi scaturì lo scioglimento per infiltrazione camorristica per altri e ben noti filoni d’indagine.
L’elenco degli indagati per questo tipo di attività contiene qualche nome in comune con il capo I, cioè persone che sono finite sotto inchiesta per aver fabbricato schede posticcie e per aver attestato il falso in quelle vere, ma anche persone nuove. Noi, per non sbagliarci, riviandovi per chi vorrà approfondire meglio alla lettura del testo integrale dello stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo in calce, vi facciamo un breve riepilogo: partiamo dal solito quintetto. Carmine Iovine, superdirigente del presidio ospedaliero, la sua diretta collaboratrice alle ispezioni Grazialaura Saudella, Andrea Schettino e i due capisquadra Gesap Giovanni Bamundo e Domenico Valentino. Poi inizia una lunga teoria di infermieri e di dipendenti Gesap, ognuno di questi risulta indagato per falso in concorso per aver firmato una o più schede, come leggerete nello stralcio dell’ordinanza. Si tratta solo di nomi e cognomi.
Ma il passo di gran lunga più importante di questo approfondimento è quello contenuto nel capo III che vede indagato il solo Carmine Iovine. Sempre del reato di falso si tratta ma in questo caso avrebbe detto Totò “è la somma che fa il totale”. In questo caso si sviluppa a valle la conseguenza degli imbrogli prodotti a monte con le schede di valutazione con quelle delle presenze. Si tratta dei soldi, e che soldi, liquidati dall’azienda ospedaliera e dunque dai cittadini italiani, della Campania e della provincia di Caserta all’azienda napoletana che per anni ha lavorato in service nell’ospedale civile di Caserta.
Allegate al capo III ci sono dieci determine, firmate da Carmine Iovine tra l’agosto del 2013 e il 19 marzo 2014. Con queste determine, mantenetevi forte, finiscono sul conto della Gesap quasi 7 milioni di euro, precisamente 6 milioni 780mila euro che, per chi ha avuto dimestichezza con le vecchie e malandate lirette, sarebbero più di 12 miliardi. Ci siamo presi la briga di leggere anche i periodi di fatturazione. Complessivamente sono 8 mesi a cavallo tra il dicembre 2012 e giugno 2013 per quanto riguarda le pulizie e sanificazione, più, sempre relativamente a questi servizi, i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2013. Calcolo per undici mesi di servizio di pulizie e sanificazione la Gesap ha raccolto 4 milioni 780mila di cui 73000 di cui non ben precisati “servizi vari” così come risulta da una delle tre determine di un giorno famigerato: quello del 6 agosto 2013. Chissà, se fu solo una coincidenza che Carmine Iovine scelse una giornata in cui l’Italia itera è assolutamente distratta dalle vacanze per firmare tre determine in cui liquida i quasi 3 milioni di euro per i già citati mesi che vanno da dicembre 2012 a giugno 2013 più i 73000 euro di servizi vari e più un’altra determina di 1milione e 135mila euro che introduce la seconda parte della storia e cioè il secondo blocco di atti amministrativi, stavolta non finalizzati alla liquidazione del servizio di pulizia e sanificazione, ma a quello definito servizio supporto processi operativi interni, aggiungiamo noi barrellieri e d’intorni.
Dopo aver stabilito il record del mondo dei bonifici, facendone, in sostanza uno di 4 milioni e passa nel “dies horribilis” del 6 agosto, il signor Carmine Iovine rispetto al quale i lettori di Casertace si sono portati avanti, negli anni, con il lavoro, per quanto riguarda la valutazione e la considerazione di questo personaggio per effetto dei centinaia e centinaia di articoli che gli abbiamo dedicato, sfornò altro 4 determine: una datata gennaio 2014, una febbraio 2014 e l’ultima marzo 2014, rispettivamente riferite al periodo di fatturazione di settembre 2013, ottobre-novembre 2013 e dicembre 2013, mentre la prima quella di un milione e passa di euro andava a liquidare i servizi erogati a novembre e dicembre 2012 e i primi sei mesi del 2013.
Quindi, ricapitolando, possiamo dire che in una media di sette mesi e mezzo la Gesap ha introitato dall’ospedale civile di Caserta 6 milioni e 780mila euro.
Siccome sono materie che conosciamo come le nostre tasche, nei prossimi giorni svilupperemo una moltiplicazione per gli interi periodi contrattuali che hanno legato l’azienda ospedaliera alla citata Gesap. E vedrete che arriveremo a decine e decine di milioni di euro.
Come si suol dire “stiamo nel nostro”.
30/07/2017
Fonte:www.casertace.net