Associazione Nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie
“Antonino Caponnetto”
“Altro” ed “Alto”
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Tel. 3470515527
Roma,29.07.2017
On.Ministro dell’Interno
ROMA
On.V.Ministro dell’Interno Sen.Bubbico
ROMA
Sig. Procuratore Nazionale Antimafia
ROMA
Sig. Prefetto
REGGIO CALABRIA
Sig. Procuratore Capo della
Procura della Repubblica
REGGIO CALABRIA
Signor Ministro,Sig.Vice Ministro,Sig.Procuratore Nazionale Antimafia ed Autorità in indirizzo,siamo stati interessati al caso del Testimone di Giustizia Franco Gaetano Caminiti di Reggio Calabria il quale lamenta ,con la nota che riproduciamo in calce alla presente,lo stato di abbandono nel quale é stato lasciato dopo aver reso un servizio prezioso alla Giustizia.
Egli ci ha spiegato sommariamente le motivazioni che starebbero alla base del provvedimento di revoca del programma di protezione in suo favore e ,al contempo,si é detto certo di poterne in sede giudiziaria provarne l’infondatezza.
Non é minimamente nostra intenzione azzardare al riguardo giudizi che competono unicamente all’Autorità Giudiziaria.
Quello che ci sconcerta ,a prescindere dall’accusa che gli si rivolge-della quale, ripetiamo,spetta solamente alla Magistratura accertare la fondatezza o meno -è il fatto che lo Stato,che dichiara a gran voce la sua volontà di combattere i delinquenti ed i mafiosi,abbandoni poi al loro destino coloro che li denunciano e che corrono,pertanto,ininterrottamente,come provato,pericoli per la vita loro e dei familiari.
Questo é un messaggio lacerante e negativo che si dà al Paese e che induce la gente onesta a non denunciare più finendo,così, con il subire le violenze e le prepotenze dei mafiosi e dei ladri.
E questo,francamente non possiamo accettarlo e condividerlo.
L’appello che,pertanto,rivolgiamo,chiaro e forte,alle SS.LL. é quello di riesaminare l’intera questione tenendo conto del grave stato di pericolo nel quale si trovano il Testimone di Giustizia e la sua famiglia e di ripristinare in loro favore una protezione adeguata almeno fino a quando la Magistratura si sarà pronunciata definitivamente sulla fondatezza o meno dell’accusa formulata nei suoi confronti.
Certi che questo appello non resterà inascoltato,ringraziamo anticipatamente e distintamente salutiamo
IL SEGRETARIO NAZIONALE
Dr.Elvio Di Cesare
– ALLA PREFETTURA DI REGGIO CALABRIA – UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO – ORGANO ESECUTIVO DI SICUREZZA
– ALL’UFFICIO INTERFORZE PER LA SICUREZZA PERSONALE – DIPARTIMENTO DELLA P.S. DEL MINISTERO DELL’INTERNO – ROMA
– ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA;
– ALLA PROCURA GENERALE PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI REGGIO CALABRIA.
– AL PRESIDENTE DEL TAR LAZIO
RICHIESTA DI RIPRISTINO DEL SERVIZIO DI TUTELA A SEGUITO DI NUOVO ATTENTATO ALLA VITA DEL 29/12/2016.
Io sottoscritto sig. Caminiti Gaetano, nato a Delianuova il 13.01.1957 e residente in Reggio di Calabria alla via S.S. Jonica, II tratto, n. 141 – Pellaro, richiamate tutte le recenti richieste rimaste senza riscontro alcuno,
PREMESSO
– Che sono stato raggiunto da provvedimento nr. 159/2016/NC del 05.08.2016 emanato dalla Questura di Reggio Calabria – Ufficio di Gabinetto, ed avente ad oggetto “Revoca di dispositivo di protezione nei confronti del sig. CAMINITI Gaetano, nato a Delianuova (RC) il 13.01.1957”.
– Che, come le SS.LL. ben sanno, nel corso degli anni sono stato destinatario di atti delittuosi in danno dei miei beni e, purtroppo, anche della mia persona, tra i quali, infatti, il tentato omicidio del 12/02/2011, ed ora il nuovo attentato alla mia vita verificatosi il 29 dicembre 2016.
– Che, davvero innumerevoli, com’è noto, sono stati gli episodi intimidatori messi in atto dalla criminalità organizzata nei miei confronti. Tutti da me denunciati alle autorità.
– Che, quindi, proprio per salvaguardare me e la mia famiglia, mi veniva assegnato un servizio di tutela (Dispositivo di 4° livello, “tutela su auto non protetta”).
– Che già in precedenza (circa due anni or sono) mi era stato revocato il Servizio di Tutela, e per tale motivo sono stato costretto a fare ricorso al TAR del Lazio, il quale, accogliendo le mie ragioni aveva sospeso tale provvedimento di revoca, riconoscendomi il diritto al ripristino del Servizio;
– Che proprio in forza di tale provvedimento contrassegnato con il N. 01460/2014 REG.PROV.CAU. (ricorso N. 10643/2013 REG.RIC., oggi ancora pendente) era stato fortunatamente ripristinato il servizio di scorta, il che mi aveva consentito di poter svolgere attività lavorativa e continuare a rendermi anche utile alla Giustizia nelle diverse sedi in cui sono stato chiamato a deporre;
– Che, dopo un paio di anni, come comunicatomi con una nota di poche righe nel mese di agosto del corrente anno (provvedimento sopra citato), sono stato privato del servizio di tutela, con una motivazione che devo definire quanto meno generica: “La revoca del predetto dispositivo di tutela è motivata dalla mancanza di elementi concreti ed attuali in ordine all’esposizione a rischio dell’interessato”.
– Che, da diretto interessato, ben consapevole dell’ambiente ostile che mi circonda e del pericolo che corro costantemente, ed a cui sono esposti anche i miei familiari, non posso certo condividere né la revoca che è giunta quanto mai inattesa, né la motivazione che la accompagna…
– Che, qualora le SS.LL. non lo sapessero o non lo rammentassero, posso affermare con certezza che le mie denunce e le mie dichiarazioni sono state fondamentali non soltanto per assicurare alla Giustizia i responsabili del tentativo di estorsione aggravata di cui sono rimasto vittima (processo Azzardo), ma anche per dare avvio ad altre importanti operazioni (Gambling 2015, ed altre) nell’ambiente delle scommesse illegali.
– Che, ancora profondamente amareggiato, mi ero determinato a proporre ricorso al TAR Lazio (benché convinto che avrebbe dovuto comunque operare la precedente sospensiva del ricorso tuttora pendente, inspiegabilmente elusa dal nuovo atto) anche contro il nuovo provvedimento di revoca del Servizio di Tutela che mi ha colpito ad agosto, ma, pur convinto che esso sia completamente ingiusto nei miei confronti, a causa delle mie condizioni economiche ormai pessime, veramente, non posso economicamente permettermelo (le mie vicissitudini ed i miei problemi “ambientali” mi hanno portato oggi ad avere debiti con la banca per centinaia di migliaia di euro). Nonostante i miei avvocati abbiano dichiarato la loro disponibilità a redigere il ricorso e svolgere gratuitamente la loro attività professionale, il solo pagamento delle spese per il contributo unico necessario per l’iscrizione era per me un peso finanziario enorme, tanto che ho preferito ringraziare e desistere, non avendo oggi neanche il denaro per il sostentamento della mia famiglia.
– Che ormai ho capito di essere stato abbandonato dallo Stato e da tutti quelli che hanno chiesto in questi anni la mia collaborazione per aiutare la Giustizia (ma per il sottoscritto, quale giustizia c’è?). Ad aggravare ulteriormente la mia disastrata situazione economica, si è aggiunta anche la revoca della licenza ( Punto Snai ) art. 10 bis Legge 241/90, inviatami dalla Questura di Reggio Calabria.
– Che, purtroppo, soprattutto nel mese di dicembre ho dovuto constatare una evidente e preoccupante recrudescenza degli episodi intimidatori perpetrati nei miei confronti: il 6 dicembre ricevevo una missiva proveniente da Malta con minacce di morte, il 15 dicembre ho trovato delle cartucce di fucile accanto alla mia autovettura e nella mia buca delle lettere (all’interno del palazzo ove abito), nonché delle croci dipinte con la vernice sui finestrini della mia auto. Ed adesso, il 29 dicembre, all’interno del cortile condominiale ove abito, alle ore 20:30 circa, ignoti hanno esploso numerosi colpi d’arma da fuoco contro di me, colpendo e danneggiando la mia autovettura. Soltanto per fortuna sono scampato nuovamente a morte certa, gettandomi dall’auto, e grazie al fatto che è sopraggiunta un’altra vettura ( personale della Questura di RC mi ha detto che, controllando le videoregistrazioni delle mie telecamere posizionate nella mia abitazione hanno visto entrare un’altra autovettura) che ha messo in fuga gli attentatori.
Detto ciò, nella speranza che nel frattempo non succeda niente a me ed ai miei cari,
CHIEDO
Che le SS.LL., riesaminati gli atti e gli eventi, vogliano immediatamente ripristinare il Servizio di Tutela, provvedendo al più presto, prima che accada qualcosa di irreparabile a me o ai miei familiari.
Reggio Calabria, 31/12/2016
CAMINITI GAETANO