Processo Scajola, Berlusconi dovrà testimoniare a Reggio
Il 5 febbraio il leader di Forza Italia dovrà presentarsi in aula in qualità di “difensore” dell’ex ministro dell’Interno. Che ha confermato di essersi interessato dell’asilo politico di Matacena. «Ma oggi non lo rifarei». Anche Dell’Utri chiamato a testimoniare
22 gennaio 2018
REGGIO CALABRIA La campagna elettorale di Silvio Berlusconi rischia di diventare più complicata. Il prossimo 5 febbraio il leader di Forza Italia dovrà presentarsi a Reggio Calabria per testimoniare – almeno sulla carta – a difesa del suo ex ministro dell’Interno, Claudio Scajola, attualmente a processo con l’accusa di aver favorito la latitanza dell’ex parlamentare Amedeo Matacena, condannato definitivamente come referente politico del clan Rosmini, e per averlo aiutato a occultare il suo immenso patrimonio. Accuse che Scajola ha sempre respinto al mittente, sebbene oggi a margine dell’udienza abbia fatto qualche parziale ammissione.
INIZIATIVA INOPPORTUNA «Io non ho mai negato di essermi interessato per l’asilo politico di Matacena, ma continuo a credere che non sia reato, vedremo cosa dirà il Tribunale». Ma ammette: «È stata una cosa inopportuna» e che «oggi non rifarei». Anzi, dice, «per me non doveva scappare e scontare la sua pena. E non doveva lasciare la famiglia in quelle condizioni». Poi, invece, avrebbe cambiato idea «per la situazione di assoluta difficoltà della famiglia, della moglie e dei figli». In ogni caso, afferma, «questa cosa non nasce su mia iniziativa ma su proposta di Speziali».
«SPEZIALI NON MI IMPENSIERISCE» Latitante da tempo in Libano, l’imprenditore catanzarese ha fatto pervenire in procura una richiesta di patteggiamento ad un anno e quattro mesi, che la Dda sembra aver accolto e adesso toccherà al Tribunale valutare. Qualora passasse, Speziali – già citato come teste da diverse difese – perderebbe alcune facoltà proprie dell’imputato di reato connesso, prima fra tutte quella di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ma Scajola, che insieme a Speziali ha esplorato la possibilità di garantire a Matacena un esilio dorato in Libano, non si dice impensierito dalla cosa. «Così risolve il problema del non poter tornare in Italia. Patteggiando avrà ammesso la verità, cioè di essersi interessato se era possibile avere l’asilo politico, cosa che per me non è un reato». Ma bisognerà capire come i giudici valuteranno la cosa.
GLI ALTRI TESTIMONI In ogni caso, per la testimonianza di Speziali al processo bisognerà attendere. Prima di lui, da calendario, di fronte al Tribunale dovranno sfilare l’ex tesoriere del Pdl Ignazio Abrignani, oggi in Aula e di recente tirato in ballo nell’inchiesta Consip, così come lo storico “nemico politico” di Scajola in Forza Italia, Marcello Dell’Utri, per lungo tempo latitante in Libano prima dell’arresto.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it