Trapani, l’ex deputato del Pd e i mafiosi. Ecco le foto degli incontri segreti
Paolo Ruggirello sorpreso dai carabinieri con due fedelissimi del latitante Messina Denaro
dal nostro inviato SALVO PALAZZOLO
Paolo Ruggirello non dialogava mai direttamente con Pietro Virga, il nuovo padrino di Trapani. Aveva un ufficiale di collegamento d’eccezione, un mafioso con tanto di sentenza passata in giudicato, Carmelo Salerno, da Paceco. Il giorno in cui Salerno finì di espiare la libertà vigilata – era il 2 novembre 2017 – gli telefonò per dire: “Mi hanno levato quella cosa, hai capito?”. Due giorni dopo, fu Ruggirello ad andare a trovarlo nel suo negozio. Il giorno delle elezioni, poi, le intercettazioni dei carabinieri del nucleo Investigativo hanno sorpreso il politico e il mafioso mentre commentavano l’affluenza alle urne. Erano spesso insieme. E quando si incontravano, si scambiavano un’affettuosa vasata, due baci sulle guance, come fossero vecchi amici. Ecco un altro inquietante retroscena dell’indagine che ieri ha portato in carcere l’ex deputato del Pd e lo stato maggiore della cosca di Trapani.
Al mafioso Salerno, Ruggirello chiese di “intervenire” anche sul fidanzato della figlia, che non gradiva, perché troppo grande. Salerno rassicurò: “Ora lo sistemo io”. Le intercettazioni non dicono come andò a finire, ma sappiamo cosa chiese Salerno in cambio dei suoi servizi: l’inserimento di alcuni candidati di fiducia nel movimento di Ruggirello, “Articolo 4”, alle Comunali 2015 di Marsala; un posto di lavoro per il figlio e per un altro giovane. Il boss raccomandò anche un negoziante di mobili suo amico, che così arredò un ufficio dell’assemblea regionale siciliana. Con l’immancabile raccomandazione di Ruggirello.
C’era anche un altro mafioso che Ruggirello incontrava in maniera riservata. E’ Francesco Orlando, “uomo d’onore riservato — come lo chiama il pentito Vincenzo Sinacori — solo Messina Denaro e pochi altri sapevano della sua affiliazione”. Un’altra foto raffigura la vasata fra Ruggirello e Orlando, c’era pure Salerno quella volta, tutti e tre fecero un giro in auto di 45 minuti. E, poi, il politico consegnò i facsimili per le elezioni al Senato.
Scrive il gip Piergiorgio Morosini: “Al sostegno elettorale garantitogli da esponenti della organizzazione criminale, Ruggirello ha sempre risposto con un serio impegno ad essere interlocutore dell’associazione mafiosa per esigenze di singoli affiliati e, ancora di più, per consentire a quest’ultima di entrare in circuiti politico-amministrativi utili ai suo programmi”.