LA SOPPRESSIONE DELLE PREFETTURE
QUALI CRITERI ADOTTARE SECONDO L’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO
Ci sono Prefetture che funzionano ed assolvono al ruolo loro assegnato ,ma ce ne sono altre che non servono a niente.
Fra queste ultime, c’è quella di Latina.
Abbiamo letto alcuni commenti polemici rispetto alla decisione che ha in animo di assumere l’attuale governo di sopprimerne tante fino a ridurle ad una quarantina e siamo rimasti francamente sbalorditi dal loro contenuto.
Qualcuno ha definito la decisione del governo…..”un regalo alle mafie”.
Un altro ha parlato delle Prefetture come di un………”baluardo di legalità”.
Noi non vogliamo generalizzare e non diciamo,quindi,tout court,che non é così.
Un giudizio al riguardo,per essere obiettivo,va espresso in maniera articolata e serena.
Certamente l’impianto delle autonomie locali ha tolto molte competenze alle vecchie Prefetture fino a ridurne in maniera significativa i ruoli.
Come pure va detto che le numerose vicende giudiziarie che hanno coinvolto finora parecchi Prefetti hanno fatto perdere all’istituzione molta credibilità e molta dignità.
Noi,per il lavoro che facciamo,abbiamo avuto ed abbiamo la possibilità di conoscere molti Prefetti ed abbiamo,quindi,potuto renderci conto finora e quasi “dal di dentro” se é vero o non é vero che una Prefettura é……….”un baluardo di legalità”.
Dovrebbe esserlo,ma non sempre é così.
Tutto o quasi,infatti,dipende dalle qualità umane e professionali del singolo Prefetto.
C’é il Prefetto sensibile ai problemi del territorio,alle sue ansie,alle sua ambasce, alle sua storia,alle sue tradizioni,alle sue aspirazioni,alle sue ambizioni e c’é il Prefetto sordo a queste problematiche e che ,con un’ottica semplicemente burocratica, affronta le questioni che gli si pongono cercando di non avere grane,di non disturbare i potenti e sperando,così,di terminare in loco la sua gestione per aspirare più in alto.
Esistono Prefetti che possiamo tranquillamente collocare nella prima categoria – e noi ne abbiamo conosciuti – Mosca a Roma,Frattasi a Latina ed altri ancora,tanto per citare qualche esempio – ,ma ce ne sono altri sulla cui utilità noi non investiremmo molto.
Altro che Prefetture ” baluardo della legalità” in un’Italia sconvolta da un fenomeno corruttivo che vede andare a finire in galera Capi e Vice capi di Squadre Mobili,comandanti di Stazioni di Carabinieri,appartenenti di ogni grado delle forze dell’ordine !!!!!!
Evidentemente sono mancati in casi del genere una vigilanza preventiva,un controllo rigoroso dei comportamenti di taluni,una piena consapevolezza della delicatezza del ruolo che un Prefetto – che presiede il Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico ed é, quindi, il responsabile massimo della sicurezza sul territorio della provincia a lui assegnata – ha l’obbligo di svolgere.
Abbiamo visto Prefetti -non molti,in verità – estremamente attenti nel monitorare le dinamiche del territorio per quanto attiene agli investimenti di capitali sospetti,come pure abbiamo visto Prefetti -diciamo così- meno attenti ,diventando così oggettivamente essi i responsabili principali – non avendo ,peraltro, approntato adeguati strumenti di contrasto come il coordinamento delle forze dell’ordine ad esempio – del radicamento mafioso nelle aree di competenza.
Come si vede,molto dipende dalle singole persone,dalla loro sensibilità,dalla loro preparazione.
E,quando un capo non funziona,é tutto l’apparato alle sue dipendenze che fa acqua da tutte le parti.
C’é oggi sicuramente la necessità di uno snellimento e di una bonifica degli apparati dello Stato al centro come sui territori perché l’elefantiasi ,l’impreparazione,l’infedeltà,la carenza di rigore rappresentano i peggiori nemici della funzionalità e dell’efficacia.
Ma ,al contempo,c’ é anche l’esigenza,prima di assumere qualunque decisione,di saper distinguere il loglio dalla gramigna.
E’ vero che oggi tutti i territori sono diventati sensibili e soggetti a processi massicci di radicamento delle mafie dopo che la linea della palma è salita sempre più dal sud verso il nord,ma ci sono aree che sono più strategiche rispetto ad altre ai fini della battaglia contro le mafie.
Ecco,nel disegnare la mappa delle Prefetture da sopprimere,il governo dovrà tener conto,senza lasciarsi travolgere e condizionare da pressioni di caste e gruppi di interessi, della strategicità come pure della qualità e ,quindi,dell’utilità del singolo apparato.