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Sanità, futura mira della ‘ndrangheta

Sanità, futura mira della ‘ndrangheta

di Giuseppe Lombardo


La ’ndrangheta, in questa prima fase, si limiterà a osservare l’andamento dell’epidemia, evitando iniziative palesi che possano inasprire tensioni sociali che possano far deflagrare contesti territoriali instabili, in cui marginalità e sottosviluppo sono ben più risalenti rispetto alla attuale fase di emergenza epidemiologica. Verrà privilegiata una strategia conservativa, di “operosità silente”, mirata a mantenere inalterata la collocazione della struttura nel complessivo scacchiere criminale.

Quando i numeri del contagio si stabilizzeranno e la fase emergenziale tenderà a scemare, la ’ndrangheta cercherà di comprendere a fondo i nuovi scenari economici, in Italia e all’estero. Sarà quella la fase in cui gli analisti, incaricati dalle grandi organizzazioni criminali, saranno chiamati a individuare i settori produttivi più appetibili, in cui immettere gli enormi capitali sporchi di cui il complessivo sistema mafioso dispone. Le componenti di vertice programmeranno, a quel punto, la più imponente operazione di “doping finanziario”, generata da capitali mafiosi, che la storia recente ricordi. La base dell’organizzazione criminale, in parallelo, opererà al fine di rafforzare il suo ruolo di “stabilizzatore sociale atipico” nelle aree più fragili dal punto di vista economico, dando sfogo a iniziative di “sostegno a tasso zero” delle persone in difficoltà, e delle imprese in sofferenza, che andranno ben oltre i tradizionali schemi operativi legati alla elargizione di prestiti usurari. L’usura continuerà a esistere solo quale reato tipico delle manifestazioni criminali meno ramificate ed evolute. L’alta mafia, invece, adotterà strategie orientate a perseguire due obiettivi principali: il primo, di breve periodo, sarà finalizzato a garantire forme di sopravvivenza a quelle categorie che non hanno altri paracaduti finanziari (penso alle larghe fasce di economia sommersa, irregolare o priva di garanzie). Ovviamente non verrà sprecata l’occasione di sfruttare il credito così maturato anche al fine allargare la base di consenso sociale tra coloro che hanno beneficiato di vantaggi, diretti o indiretti, riferibili alla struttura criminale di tipo mafioso.

Il secondo obiettivo della fase due sarà, invece, da leggere quale proiezione prospettica di medio-lungo periodo: le grandi mafie punteranno a consolidare, in una fase di scarsissima liquidità globale, il loro ruolo di componenti indispensabili del sistema economico e finanziario mondiale. La ’ndrangheta – come le altre componenti mafiose di rango elevato – è ben consapevole che soltanto i capitali sporchi o irregolari possono essere collocati sul mercato in modo agile e immediato, senza scontare le lungaggini correlate al rispetto dei patti di stabilità o delle regole globali di collocazione del credito bancario. Il grande pericolo a cui andremo incontro sarà collegato proprio al tentativo delle grandi mafie di dare attuazione, approfittando della profonda crisi mondiale post epidemia e delle sempre striscianti condotte corruttive, al progetto mai abbandonato di creare un “sistema bancario parallelo” a quello legale, diretto a fornire liquidità non più direttamente al piccolo imprenditore, che ne ha urgente bisogno, ma al più ampio sistema finanziario che canalizza le risorse verso la grande impresa. Quando l’emergenza sarà finita, il sistema criminale di tipo mafioso avvierà la fase esecutiva di tale ambizioso programma criminale, destinato a rendere il suo ruolo baricentrico nel mutato scenario economico mondiale. Sarà quello in momento in cui andrà avviata una ancor più approfondita attività di monitoraggio delle operazioni finanziarie sospette, le quali saranno destinate, da una parte, a condizionare la libera gestione del debito di impresa e, dall’altra, a collocare gli investimenti mafiosi negli ambiti strategici a più alta redditività.

In altri termini, la ’ndrangheta non mirerà più solo ad acquisire la gestione occulta delle imprese, piccole o grandi che siano. Cercherà, più che in passato, di rafforzare la sua presenza nella gestione dei servizi essenziali – non più limitati allo smaltimento dei rifiuti o al ciclo del cemento – ma anche al settore creditizio, a quello sanitario, delle forniture medicali o, più in generale, dei beni di prima necessità. Sarà indispensabile impedire che questo accada, adottando strumenti normativi evoluti – anche mediante interventi di riforma della legislazione antimafia diretti ad attualizzare gli strumenti di contrasto di tipo sostanziale e processuale – che possano consentire la protezione dell’economia legale e agevolare non solo la fase giudiziaria in senso stretto ma anche, e soprattutto, quella di analisi pre-investigativa, fondamentale per individuare senza ritardi le tendenze evolutive dei fenomeni criminali di tipo mafioso del Terzo millennio.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

 

1 Aprile 2020

Fonte:www.antimafiaduemial.com