Carceri: individuato drone con sei cellulari per i detenuti di Secondigliano
Il sindacato Sappe: “Ormai l’ingresso dei cellulari nei penitenziari della Campania è un flusso continuo e il fenomeno non viene contrastato in maniera adeguata dall’Amministrazione nè dal legislatore”
di AMDuemila
Con un drone, di nascosto, si era cercato di far arrivare all’interno del penitenziario di Secondigliano sei telefono cellulari diretti ai detenuti. E’ quanto emerso da un’indagine dei poliziotti della polizia penitenziaria del carcere partenopeo che hanno visto il drone atterrato nell’area detentiva. La notizia è stata diffusa dai sindacati di polizia penitenziaria Uspp e Sappe.
“Dal muro di cinta – ha spiegato Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sappe – una sentinella della Polizia penitenziaria si è accorta del volo di un drone che, in avaria, è precipitato prima di giungere al Reparto detentivo S2, nel cortile dei passeggi del carcere. Il drone trasportava ben 6 cellulari, quattro del tipo micro e due smartphone, tutti perfettamente funzionanti, con carica batteria e varie sim”. Qualche giorno fa, secondo il sindacalista “sempre nel carcere di Secondigliano, sono stati rinvenuti scoperti in alcune celle, durante una operazione di servizio, altri quattro apparecchi telefonici in uso illecito ai detenuti. E nelle giornate di sabato e domenica è nel penitenziario di Poggioreale che, durante alcune perquisizioni della Polizia penitenziaria, altri telefonini sono stati rinvenuti e sequestrati”. Per Fattorello, “ormai l’ingresso dei cellulari nei penitenziari della Campania è un flusso continuo e il fenomeno non viene contrastato in maniera adeguata dall’Amministrazione né dal legislatore, infatti l’indebito possesso ed introduzione di tali apparecchi non configurano precise ipotesi di reato ma restano semplici violazioni amministrative ai regolamenti interni, per un semplice possesso di oggetti non consentiti: inutile ripetere che l’utilizzo dei telefonini da parte dei detenuti soprattutto quelli appartenenti alla criminalità organizzata come possa alimentare e favorire le varie attività criminose dettate dall’interno all’esterno dei Carceri. – ha proseguito – Sono centinaia e centinaia gli apparecchi rinvenuti e sequestrati dalla Polizia Penitenziaria che con grande professionalità opera per fronteggiare il fenomeno come ieri nel centro penitenziario di Secondigliano. Lo stesso procuratore capo di Napoli Melillo ha segnalato la gravità della questione in una audizione alla Commissione parlamentare Antimafia”. Secondo il segretario generale del Sappe “i droni, se da un lato hanno grandi possibilità di sviluppo, comportano, però, anche innumerevoli questioni in termini di privacy e di sicurezza, in quanto per la loro natura si prestano ad essere impiegati in diverse attività illecite. Con riferimento alla sicurezza negli istituti penitenziari, è dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni: pensiamo cosa potrebbe accadere se un drone riuscisse a trasportare esplosivo o armi dentro a un carcere”. Dunque i corpi della polizia penitenziaria dovrebbero “disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Peraltro – ha concluso – i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale”.
In conclusione, il presidente del sindacato Uspp, Giuseppe Moretti, ha commentato dicendo che bisogna continuare a “sostenere che la Polizia Penitenziaria deve essere dotata di strumenti tecnologici avanzati per contrastare questa grave piaga. Inoltre chiediamo di introdurre un reato che punisca l’introduzione e il possesso di telefoni, cosi’ come avviene in alcuni Paesi Ue”.
28 Aprile 2020