Due, anzi tre, sono state le mie preoccupazioni appena fondata ,16 anni fa,l’Associazione Caponnetto :
-la prima è quella di preservarla da ogni tentativo dei partiti di soggiogarla ai propri interessi privandola di ogni autonomia. In questo quadro feci in modo di far sancire il principio di non chiedere né accettare qualunque aiuto di natura economica o di gestione di beni da parte di chicchessia, pubblico o privato, e di basare tutta l’azione su tre elementi fondamentali: INDAGINE, DENUNCIA, PROPOSTA ;
-la seconda è quella di creare una rete di rapporti con le forze politiche disponibili e coerenti con i nostri principi, in modo da ottenere , in caso di bisogno e pur nel rispetto dell’autonomia di ognuno, tutti gli aiuti possibili nelle sedi parlamentari ed istituzionali;
-la terza è quella di individuare e selezionare negli ambiti giudiziari ed investigativi i soggetti affidabili e quelli non affidabili rispetto ai fini che noi perseguiamo in difesa dello Stato di diritto e della legalità.
Tre compiti delicati e complessi ,considerato l’altissimo grado di corruzione morale, intellettuale e materiale esistente in Italia, che richiedono acume ,onestà, forti motivazioni ideali ed una profonda conoscenza di gente e territori.
Ci siamo trovati subito di fronte ad una serie infinita di defaiances di persone che aderivano all’Associazione Caponnetto con il proposito di perseguire interessi diversi o di natura personalistica ed affaristica o di carriera.
Abbiamo poi avuto pesanti infiltrazioni di persone sospettate di appartenere ad ambienti camorristici e mafiosi, per non parlare di destabilizzatori impegnati a demolire quello che mano mano noi andavamo costruendo sul piano dei rapporti con la forze politiche che ci facevano e ci fanno da supporto nelle nostre attività di denuncia e di proposta.
In occasione della nostra richiesta di trasferire dalle Prefetture alle DDA, stante l’inefficienza della maggior parte delle prime, le competenze in materia di prevenzione antimafia, noi ci siamo rivolti a tutte le forze politiche, da destra a sinistra, ma a risponderci e a riceverci in Parlamento è stato solo il gruppo parlamentare del M5 S, come pure per quanto riguarda la nostra richiesta di interrogazioni, mozioni, proposte, interventi ,sono stati solamente Giovanni Russo Spena di Rifondazione e Giarrusso, D’Uva, Lannutti ed altri del M5S.
Eppure chi scrive aveva mostrato inizialmente un’apertura di credito anche nei riguardi del PD partecipando e facendo da relatore anche a qualche Festa dell’Unità nella Capitale.
Da destra nemmeno a parlarne perché sin dall’inizio abbiamo sempre subito attacchi vergognosi.
Questa è la realtà.
Abbiamo dovuto difendere l’Associazione da nemici interni ed esterni per mantenerne l’integrità morale e l’osservanza rigorosa dei fini per i quali siamo nati:la lotta dura alle mafie e la difesa dello Stato di diritto.
Chi scrive ha combattuto una vita per la democrazia e la giustizia, pagando peraltro prezzi alti e tutto con le proprie tasche e suo padre ha versato il suo sangue per gli stessi fini.
Consentitemi questo richiamo personale nel momento in cui sto per cedere il passo ad altri amici perché serva da monito e da coordinata a tutti gli altri.
Così è nata l’Associazione Caponnetto e così deve continuare.
La mafia non è quella che ci viene rappresentata,quella delle coppole e degli incolti.
La mafia vera è nel Palazzo,costituita da professionisti,imprenditori,politici,banchieri e gente che conta.
Spesso anche da magistrati e da rappresentanti delle forze dell’ordine e dello Stato.
Per combatterla seriamente c’è bisogno di persone motivate, coraggiose, informate e che non coltivino interessi personali o di gruppi.
Persone che hanno il senso della comunità e dello Stato, disposte anche a sacrifici e rinunce personali.
Ad esse il mio abbraccio affettuoso.
Elvio Di Cesare