GRAVISSIMO ATTENTATO A FONDI AL COORDINATORE DEL PD E DEL COMITATO ANTIMAFIA BRUNO FIORE
Come a Locri, a Corleone, a Pescopagano.
E’ ormai la violenza l’arma della politica a Fondi, in provincia di Latina.
Due macchine di proprietà sua e della famiglia hanno rischiato di andare a Fondi.
Gli inneschi erano pronti, come pure una tanica di benzina.
Gli attentatori, passati – pare – attraverso un cantiere edile vicino alla sua abitazione, non hanno potuto completare l’opera perché disturbati da una vicina di casa che si è affacciata costringendoli a scappare.
Sarebbe stata una strage, per le numerose abitazioni contigue al posto dove erano parcheggiate le due autovetture, con alcune altre.
Un segnale inquietante.
A Fondi si spara, si brucia, si aggrediscono i giornalisti.
Anche nei nostri confronti il giorno in cui parlavamo dal palco in piazza è stato tentato un assalto in piena regola.
La Polizia lo ha bloccato. Fortunatamente.
Gli attentati incendiari hanno avuto inizio con Giuseppe Savani (come mai le locali forze di polizia non hanno individuato esecutori e mandanti?) e sono arrivati a Bruno Fiore, un’icona della resistenza alla mafia.
La mafia, l’antistato contro lo Stato.
Senza che questo, quello ufficiale -il Governo centrale -, reagisca. Anzi!
Bruno Fiore, al momento dell’attentato, era appena tornato a casa dopo una riunione del Comitato antimafia alla quale abbiamo partecipato anche noi.
Ci ha subito avvertito, intorno alle 24, sconvolto, ma sempre determinato a continuare la lotta.
Vigliacchi!
Si è coperta di vergogna l’immagine di una città e di una provincia.
Quando in politica si fa ricorso all’arma delle violenza fisica non c’è più civiltà. E’ barbarie!!!
E non ci si venga a dire che la colpa è di chi, come Bruno e come noi, denuncia questo vergognoso stato di cose.
La colpa è di chi ha portato i mafiosi ad essere padroni di questa città e di questo territorio, mutuando, peraltro, dai mafiosi il loro stile di vita ed i loro modelli di comportamento.
Si vergognino!
Se c’è qualche imbecille che pensa, però, di spaventarci con questi atti di violenza, si sbaglia di grosso.