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Valle d’Aosta, due ex presidenti della Regione indagati per concorso esterno in associazione mafiosa

Il Fatto Quotidiano

Valle d’Aosta, due ex presidenti della Regione indagati per concorso esterno in associazione mafiosa

Sotto accusa Renzo Testolin, presidente ad interim dal 16 dicembre 2019 al 15 settembre 2020, e di Laurent Viérin, che ha governato la regione fino al maggio del 2018. Entrambi esponenti dell’Union Valdoteine, i due sono gli ex governatori citati dalle motivazioni del processo Geenna. I giudici scrivevano che “ben tre Presidenti della Regione Autonoma Valle d’Aosta, succedutisi nel tempo, si siano rivolti al sodalizio criminale per ricercarne il sostegno elettorale”

di F. Q. | 16 DICEMBRE 2020

Due ex presidenti della Regione Valle d’Aosta sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. Si tratta di Renzo Testolin, presidente ad interim dal 16 dicembre 2019 al 15 settembre 2020, e di Laurent Viérin, che ha governato la regione fino al maggio del 2018. Entrambi esponenti dell’Union Valdoteine, il principale partito della Regione, Testolin è attualmente consigliere regionale e a un certo punto puntava a essere riconfermato presidente anche con la nuova alleanza tra autonomisti e progressiti. Vierin, invece, si è dimesso alla fine del 2019 dopo aver appreso di essere indagato nell’inchiesta Egomnia per scambio elettorale politico mafioso e non si è ricandidato alle elezioni del settembre scorso.

È proprio nell’inchiesta Egomnia che i due politici sono indagati per concorso esterno, insieme all’ex consigliere regionale Luca Bianchi. Un atto dovuto, da parte della Dda di Torino, dopo la trasmissione degli atti della sentenza del processo Geenna da parte del Tribunale di Aosta, che segnala “indizi del reato” a loro carico. I giudici, motivando le condanne emesse il 16 settembre agli imputati della prima operazione antimafia in Val d’Aosta, ricostruivano infatti i rapporti tra mafia e politica nella piccola Regione Alpina. E scrivevano: “Risulta poi significativo, ai fini della prova dell’importanza che la ‘ndrangheta valdostana aveva assunto nella politica locale, che ben tre Presidenti della Regione Autonoma Valle d’Aosta, succedutisi nel tempo, si siano rivolti al sodalizio criminale per ricercarne il sostegno elettorale. Si ricordi infatti che Vierin Laurent era all’epoca delle elezioni regionali il Presidente della Regione in carica, Masquis Pierluigi era stato dal 10 marzo 2017 all ottobre 2017 e Testolin Renzo lo sarebbe stato a breve, ossia dal 16 dicembre 2019 fino ad oggi (15 settembre 2020). Inoltre , in due casi su tre, vale a dire per Vierin Laurent e Testolin Renzo, si può affermare che due esponenti politici che hanno rivestito (Testolin continuava a esserlo quando viene scritta la sentenza ndr) elevatissime cariche istituzionali siano stati eletti con il sostegno della ‘ ndrangheta. Ma non solo. “Un terzo Presidente della Regione (Marquis Pierluigi) ha chiesto il sostegno della ‘ndrangheta, ma non lo ha ottenuto a riprova della forza del sodalizio criminoso, apparso chiaramente in grado di scegliere quali candidati sostenere ed a quali candidati rifiutare il sostegno elettorale”.

Vierin e Testolin sono citati decine di volte nelle oltre 500 pagine di motivazioni: : “Può ritenersi dunque acquisita la prova che almeno due importanti personaggi politici sono stati sostenuti dalla ‘ ndrangheta (Vierin e Testolin) ed un terzo abbia infruttuosamente ricercato l’appoggio elettorale (Marquis). Da ciò, traspare in modo evidente la capacità del sodalizio criminale di infiltrarsi nella politica valdostana, di condizionare le preferenze elettorali degli elettori di origine calabrese”. Nella sentenza i giudici ricostruiscono i rapporti tra Testolin e Alessandro Giachino, condannato a 11 anni di carcere per associazione mafiosa. Dall’inchiesta si legge di una telefonata di ringraziamento di Renzo Testolin a Giachino. “Oh grazie di tutto ehGrazie di tutto!”, dice il politico. E Giachino risponde “Non preoccuparti! Quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto”. Testolin replica “Madonna, Madonna eh!”. “Eh va là! No, io son contento. È una soddisfazione, è una soddisfazione”. Come scritto nella sentenza poi, “tornando ai momenti antecedenti alle elezioni, può ricordarsi come dalla telefonata del 2 maggio 2018, tra Giachino e un tale Massimo Raffaelli, si evince che era stato organizzato un incontro con un uomo politico, che, a sua volta, dalla telefonata del 4 maggio 2018, si comprende essere Laurent Viérin, allora presidente della Regione Valle d’Aosta e prefetto, con la presenza dei fratelli Di Donato”. L’incontro si svolte in effetti il 4 maggio 2018: gli inquirenti controllano casa di Giachino e a un certo punto documentano l’arrivo Roberto Di Donato e Laurent Vierin. Scrivono i giudici “è difficile non valutare, al fine di rendersi conto dell’elevatissimo livello di influenza raggiunto dall’associazione, il rapporto privilegiato che soggetti pluripregiudicati e un semplice dipendente del Casinò di St. Vincent hanno con Laurent Viérin, allora Presidente della Giunta Regionale della Valle d’Aosta”.