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LA SOLIDARIETA’ DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO AI COMMISSARI  E AL  COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DEL COMUNE DI ARZANO IN PROVINCIA DI NAPOLI

MINACCE  DELLA CAMORRA AI COMMISSARI  ED AL  COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DEL COMUNE DI ARZANO IN PROVINCIA DI NAPOLI E LA VICINANZA E LA SOLIDARIETA’ DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO. LA CAMORRA E’ UNA MONTAGNA DI MERDA

 Il Mattino

Arzano, il clan «167» alza il tiro: minacce di morte in Comune

Domenica 28 Febbraio 2021 di Marco Di Caterino

La camorra di Arzano sfida lo Stato. Una lettera firmata 167, come il nome del clan egemone ad Arzano, e contenente minacce di morte per il viceprefetto Gabriella D’Orso – commissario prefettizio chiamata a reggere le sorti del Comune dopo il quinto scioglimento del consiglio comunale negli ultimi vent’anni – per la segretaria comunale Rosalba Ambrosino e per il nuovo comandante della polizia municipale Biagio Chiariello è stata trovata nella corrispondenza che ogni giorno viene recapitata al Comune. Nel testo della missiva, oltre alla fatwa per il rappresentante dello Stato e i due funzionari comunali, le minacce sono estese anche a tutta la stampa. La missiva si conclude con un Riprendiamoci i politici amici nostri, e il futuro di Arzano. Sotto, la firma: 167, la nuova temibile cosca che orbita nella nuova galassia degli scissionisti, e che ha visto la luce proprio nel quartiere delle palazzine popolari 167 da cui ha preso il nome. Nello stesso giorno dell’arrivo della lettera minatoria, peraltro, la viceprefetto D’Orso è stata aggredita verbalmente da uno scalmanato (già identificato) in piazza Cimmino mentre si recava in ufficio.

IL TENTATIVO
Scenari da stato di assedio. Un battere colpi pesanti della criminalità organizzata in questa disastrata città, nella quale la commissione prefettizia sta cercando di innescare una disperata inversione di marcia verso la legalità, con atti amministrativi trasparenti e con la polizia municipale impegnata a contrastare ogni forma di illecito. Tra queste azioni, la denuncia per ventotto persone, tra capi e affiliati del clan 167, accusate di occupazione abusiva di alloggi per i quali non hanno pagato da anni nessun canone, provocando un danno economico di oltre 250mila euro all’istituto case popolari. Insomma questa sorta di primavera amministrativa avrebbe finito per urtare la suscettibilità della cosca. Il cui pensiero è arrivato per posta, 48 ore dopo il blitz della municipale nel rione. Le minacce non sono state prese sottogamba dai carabinieri, che oltre a predisporre un servizio di sorveglianza nei pressi della sede comunale in Piazza Cimmino hanno inviato un dettagliato rapporto sia alla Procura di Napoli Nord, che alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli; una segnalazione è stata inviata anche dal comando della polizia municipale.


LA COMPLICITÀ
Non manca un inquietante mistero. La lettera anonima contenente le minacce è arrivata all’ufficio protocollo, in una busta senza affrancatura trovata inspiegabilmente nel pacco della corrispondenza ordinaria. Gli inquirenti sospettano che il postino della mala in qualche modo e sicuramente con complicità interne sia riuscito a infilare la busta senza affrancatura nella mazzetta della posta quotidiana. E a un mistero se ne è aggiunto un altro. La missiva è finita, poi, nelle cartelline della posta dei destinatari. Il corvo che l’ha inserita è ancora da identificare. In questo pesantissimo clima sociale, i carabinieri del comando provinciale di Napoli stanno attuando un particolare piano di controllo su tutto il territorio cittadino. Nell’ultimo settimana i militari della compagnia di Casoria, diretta dal maggiore Diego Miggiano e i colleghi della locale tenenza, hanno effettuato ben tre controlli ad Alto Impatto. Ieri sera è scattato il quarto intervento, con Arzano e la sua movida nella morsa delle forze dell’ordine.