Gratteri: «Il confine tra ‘ndrangheta e massoneria deviata è sempre più promiscuo»
Intervistato dal Tg2 il procuratore di Catanzaro ha parlato delle ultime inchieste e di quel «grumo» fatto di ‘ndrangheta e grembuilini che le indagini stanno incidendo sempre di più
Pubblicato il: 25/04/2021 – 21:24
CATANZARO Negli ultimi mesi la Procura di Catanzaro ha portato a termine una media di un’operazione a settimana contro la criminalità organizzata. Eppure, chiede Giuseppe Malara, inviato del Tg2, al procuratore Nicola Gratteri «c’è ancora qualcuno che la critica». Gratteri non si scompone: «La critica vuol dire che stiamo facendo bene, vuol dire che stiamo incidendo su quello che è il grumo ‘ndrangheta-massoneria deviata». Secondo il capo della Dda di Catanzaro il confine tra ‘ndrangheta e massoneria deviata «è sempre più promiscuo», sempre più spesso accade che un soggetto attenzionato dalle forze dell’ordine risulti essere sia ndranghetista e massone deviato. Oggi anche i capi mafia chiedono di parlare con il procuratore Gratteri. Può essere questa la linea giusta?
Anche su questo fronte Nicola Gratteri non si scompone: «In un processo, in un dibattimento bisogna portare le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, intercettazioni telefoniche e ambientali, documenti, filmati. La prova deve essere completa ed deve essere la sintesi di più elementi e di più fattori».
La ‘ndrangheta si evolve, ormai non è solo più tesa a gestire il monopolio dei traffici di droga e le ultime indagini, come Petrolmafie, lo dimostrano.
«Per esempio l’ultima indagine che abbiamo fatto, con altre tre procure di’Italia – afferma il procuratore – è quella sui petroli. La ‘ndrangheta ha dimostrato di avere contatti con un emissario del Kazakistan che è venuto a Vibo Valentia e ha partecipato a una riunione per discutere come fare arrivare il petrolio nel porto di Vibo Valentia, come smaltirlo e lavorarlo».