Lissone, divani imbottiti di droga: il narcotraffico del mobilificio tra la Brianza e la Toscana
di Federico Berni
Divani sì, ma «imbottiti» di hashish, marijuana e cocaina. Era solo una copertura per traffici di droga, il mobilificio di Lissone (Monza e Brianza) dal quale partivano stupefacenti a quintali. Quattro arresti
26 novembre 2021
Divani sì, ma «imbottiti» di hashish, marijuana e cocaina. Era solo una copertura per traffici di droga, il mobilificio di Lissone (Monza e Brianza) dal quale partivano stupefacenti a quintali, diretti in alta Toscana. I carabinieri del comando provinciale di Massa Carrara, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno però chiuso l’attività, eseguendo cinque misure cautelari per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, nell’ambito dell’operazione ribattezzata «Divani e sofà».
Fra i destinatari dei provvedimenti restrittivi, figurano Filippo Mastrosimone, 73 anni, lissonese, e i figli Antonio e Luigi: gli ultimi due considerati come «i promotori» del gruppo criminale. Nei guai anche l’altro lissonese Fortunato Musano, 63 anni, sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nel comune brianzolo, accusato di aver curato il trasporto degli stupefacenti. Secondo la ricostruzione dell’accusa, gli indagati avevano aperto una «rotta del narcotraffico» che partiva dalla Brianza, sfruttando l’attività di produzione di divani dei Mastrogiacomo, in grado di fornire il mercato massese. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 800 chili di droga, soprattutto hashish e marijuana.