Le vie del denaro sporco: come lavorano i nuovi «spalloni»
Inchiesta su 65mila operazioni: scoperti movimenti illeciti per 51 milioni di euro e 34mila frazionamenti tramite money transfer
di Ivan Cimmarusti e Sara Monaci
14 dicembre 2021
In alcuni casi i trasferimenti di denaro «sporco» attraverso il circuito money-transfer erano intestati a soggetti inconsapevoli o, addirittura, morti da anni. Senza contare quelli che invece avevano venduto i propri documenti di identità – migliaia – allo scopo di mantenere acceso il costante flusso in uscita di capitali provento soprattutto delle frodi in commercio e dell’evasione fiscale. Una «rete» di 1.600 persone cui sono state mosse 34mila violazioni della normativa antiriciclaggio, per trasferimenti illeciti di 51 milioni di euro.
Sono gli esiti della maxi operazione “Multiplo”, un progetto investigativo del Nucleo valutario della Guardia di finanza che il Sole 24 Ore del Lunedì è in grado di raccontare. Un accertamento durato tre anni, che ha portato alla luce le tecniche più utilizzate per aggirare la normativa antiriciclaggio, in particolare l’articolo 49 del Dlgs 231/07 che prevede il divieto di trasferire fondi per importi pari o superiori a 1.000 euro. Ciò che è emerso sono migliaia di rimesse di denaro distinte ma ritenute, a vario titolo, «unitarie sotto il profilo economico».
I trasferimenti al Nord
L’accertamento ha riguardato 64.967 operazioni finanziarie per un importo pari a 120 milioni di euro. In particolare «il frazionamento artificioso» delle rimesse – denominato smurging – ha riguardato 51 milioni di euro, illecitamente movimentati dall’Italia verso l’estero.
L’analisi risk based approach ha fatto emergere la regia di alcuni agenti finanziari in grado di raccogliere i capitali sporchi e trasferirli all’estero. E così, si è scoperto che in una sola giornata partivano più trasferimenti di denaro attraverso money-transfer ma riconducibili ad un unico soggetto.