Da “Antimafia duemila” n.1 del 21-04-2006
ROMA – OPERAZIONE BROOKLYN
ROMA –Il processo è ormai alle porte. Sarà la VI sezione collegiale del Tribunale di Roma a sottoporre a processo l’imprenditore Giuseppe Zappia che avrebbe progettato di inserirsi negli appalti per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. A disporre il suo rinvio a giudizio è stato il gup di Roma Claudio Tortora su richiesta del pm titolare dell’inchiesta Adriano Iasillo.
Secondo l’accusa, l’intrepido vecchietto sarebbe stato inviato in Italia dal presunto boss italo-canadese Vito Rizzato con il compito di reinvestire gli ingenti capitali dell’organizzazione mafiosa anche nella realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.
Zappia ha sempre respinto le accuse sostenendo di non aver mai avuto bisogno ” del finanziamento della mafia italo-canadese per costruire il ponte sullo stretto di Messina. Avendo altri canali di finanziamento perfettamente leciti -ha sempre detto agli inquirenti- che nulla hanno a che fare con la presunta organizzazione. E si tratta di finanziamenti che vengono da canali bancari italiani di istituti di primaria grandezza, ma anche da finanziamenti di aristocratici arabi”.
Il “Commendatore” Zappia è stato uno dei destinatari delle 5 ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa (per l’imprenditore furono disposti gli arresti domiciliari) disposte nei confronti dell’imprenditore cingalese Sivalingam Sivabavanandam, che ha patteggiato una pena a due anni di reclusione in virtù della quale ha ottenuto la evoca della misura cautelare, e degli altri imputati: Vito Rizzato (il cui provvedimento gli è stato notificato nel penitenziario di Montreal), del broker Filippo Ranieri e dell’algerino Hakim Hammoudi.
Maria Loi