UN PROBLEMA VITALE CHE PONIAMO SUL TAPPETO CON TUTTA LA FORZA DEL PRESTIGIO DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE: L’AGGIORNAMENTO DELLE STRATEGIE E DELLE TECNICHE INVESTIGATIVE. SE NON SI FA QUESTO I RISULTATI DELL’AZIONE DI CONTRASTO DELLE MAFIE SARANNO SEMPRE RISIBILI E SI COLPIRA’ SOLAMENTE IL LIVELLO BASSO DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA
Non tutti sanno che nelle Accademie, come nelle Scuole Sottufficiali, si insegna che agli Ufficiali sono demandate solo funzioni di coordinamento e che compete ai Marescialli lo svolgimento delle indagini.
Bene. Anzi, male.
Sono anni che noi stiamo ponendo sul tappeto il tema dell’esigenza di aggiornare strategie e tecniche investigative.
Quando polemizziamo con le nostre consorelle- e da qualche tempo con la Regione Lazio che ha creato varii organismi che parlano di tutto fuorché dei veri problemi della lotta alle mafie – rilevando che si fa troppa sociologia e troppa storia quando si parla di mafie in Italia e si lasciano i temi reali, alludiamo proprio a questo. Lo facciamo con un profondo spirito costruttivo e non per il gusto di polemizzare.
Noi apprezziamo tantissimo lo sforzo generoso che quotidianamente fanno, pagando anche un tributo di sangue, poliziotti, carabinieri e finanzieri, ma non finiremo mai, ripetendoci spesso, di sottolineare il fatto che tale sforzo non produce i risultati desiderati proprio perché, oltre alla mancanza di risorse, c’è questo handicap gravissimo di cui nessuno parla.
Al Capo della Polizia, ai Comandanti Generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza ed ai Capi dei Corpi specializzati centrali chiediamo di porsi il problema dell’aggiornamento delle metodologia delle investigazioni.
Tale aggiornamento è imposto dalle mutazioni delle mafie nel nostro Paese.
Le mafie oggi sono diventate “impresa” e questa va combattuta non con un’ottica da “ordine pubblico”, come si continua a fare.