I fari dell’Antimafia sulle assunzioni nella mensa scolastica a Torre Annunziata
Giovanna Salvati
L’inchiesta dell’Antimafia che ha determinato lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche e portato a galla decine di parentele scomode di politici con le famiglie camorristiche della città rischia di far emergere un altro vaso di Pandora. Si tratta delle assunzioni sospette che sono state effettuate dal 2017 ad oggi nel Comune di Torre Annunziata. Nel mirino, per ora, ci sarebbe la pianta organica del personale assunto per la mensa scolastica. Sotto i riflettori e gli accertamenti il personale del centro cottura di via Capuozzo. Non è la prima volta che le liste degli assunti finiscono sotto accertamento ed era già capitato in passato dopo una serie di segnalazioni ed esposti. Ma questa volta il dubbio che si è trasformato in accertamento investigativo vede un solo nodo da sciogliere: capire dall’allargamento dell’indagine se la politica ha davvero privilegiato le persone vicine, conoscenti, amici, conviventi che appartengono a famiglie segnalate all’Antimafia per precedenti. Si passa così sotto i raggi x ogni singolo nome dei dipendenti, le sue parentele e i rapporti con i politici in carica, gli stessi finiti nel mirino della relazione del prefetto di Napoli Claudio Palomba e che ha determinato lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni. Gli accertamenti partono dalla pianta organica del 2017, anche se ci sarebbero alcuni nomi che sarebbero finiti nel mirino e già assunti, seppur non a tempo indeterminato, con la gestione amministrativa dell’ex sindaco Giosuè Starita. Insomma uno scenario che di certo continua ad evidenziare una serie di comportamenti illeciti e un sistema che messo su un in piedi sul quale il sindaco Vincenzo Ascione non è mai intervenuto, proprio il prefetto lo definisce “assoggettato dai mafiosi locali”. Tante crepe per una gestione amministrativa nella quale la politica andava a braccetto con la camorra, con la figura di Salvatore Onda, nipote del boss Umberto recluso al 41bis. La commissione d’accesso ha posto i riflettori su decine e decine di appalti e gare finite nel mirino perché non eseguite secondo la legge e arriva a ipotizzare anche una “precisa volontà di ritardare” gli interventi sulla videosorveglianza. Di “atteggiamento omissivo” dell’amministrazione si parla anche con riferimento alla gestione dei beni confiscati, come denunciato ai pm anche da Lorenzo Diana, ex parlamentare, che il 21 gennaio 2021, su richiesta dei vertici del Pd, aveva assunto la carica di vicesindaco della giunta Ascione in un Comune già scosso dall’inchiesta per tangenti della Procura di Torre Annunziata che aveva coinvolto l’ex dirigente tecnico, Nunzio Ariano e l’ex vicesindaco Luigi Ammendola (successivamente scarcerato dal Riesame) per poi dimettesi quattro mesi più tardi. Insomma, una serie di episodi messi nero su bianco che inevitabilmente dipingono uno scenario agghiacciante per la politica di Torre Annunziata. Nomi, volti ed episodi che dimostrano come negli ultimi 30 anni non è cambiato nulla, una politica legata alla criminalità organizzata che puntualmente sottolinea gli intrecci pericolosi che portano la politica a non operare per gli interessi per la città ma quelli personali.