Latina – Quando i “palazzoni” diventano il brand di una zona votata alla malavita
Non solo scritte di odio contro le forze di polizia Sui muri del Lotto 47 di viale Nervi anche i simboli utilizzati dai giovani per imporsi tra i coetanei della città
Andrea Ranaldi
31/08/2022 14:00
È un fenomeno allarmante, quello delle scritte comparse sui muri del Lotto 47 delle case popolari di viale Nervi, ma non solo per le frasi di odio nei confronti delle forze di polizia che da sole consentono di percepire quando sia pervasiva la cultura dell’illegalità nelle zone difficili del capoluogo. Alla stessa maniera non può essere sottovalutato l’utilizzo del termine “palazzoni” diventato ormai un brand, speso troppo facilmente per identificare e accrescere la fama di un gruppo di giovani che evidentemente si ispirano ai sodalizi criminali che hanno trasformato quel luogo in un terreno fertile per la malavita. Insomma, un posto malfamato da sfoggiare per spaventare gli altri, proprio come avviene nelle grandi città. Un fenomeno che si è gonfiato anno dopo anno.
I graffiti sui muri del parcheggio interrato del Lotto 47 sono piuttosto inequivocabili. Uno in particolare, quello più visto, realizzato con la vernice spray sulla parete adiacente a quella condita di insulti contro Polizia e Carabinieri, definisce in maniera chiara l’accezione negativa del termine “palazzoni just” su cui poggia la scritta Q4, che identifica il nome urbanistico del quartiere, sormontata da una corona, e mitragliatrice stilizzata sulla sinistra. Tra i condomini nessuno ha visto chi ha realizzato quei graffiti, ma l’angolo pieno di scritte viene utilizzato come punto di ritrovo da un gruppo di giovani che ha piazzato lì un paio di panchine. Insomma, i sospetti sono concentrati in un ambito piuttosto ristretto.
Che la realtà socio culturale delle “Vele” composte dai lotti 46 e 47 dell’edilizia residenziale pubblica, una zona densamente popolata a cui si aggiungono le altre due vele gemelle delle cooperative edilizie, era già emerso un anno fa quando era diventato un caso nazionale la condivisione attraverso i social network del videoclip di una canzone rap prodotta da alcuni adolescenti e giovanissimi della zona, che non solo omaggiava gli esponenti di spicco del gruppo criminale Travali a pochi giorni dall’ultima operazione di polizia che li interessava, ma faceva dei “palazzoni” proprio una “zona” da sfoggiare e difendere. Non a caso il titolo della canzone rap, rimossa dagli stessi autori quando era scattata un’indagine della Questura, era proprio “Zona” e le scene del videoclip non facevano altro che alimentare l’appartenenza ai palazzoni del Q4. Rapper e comparse imitavano le movente di cantanti famosi e gli atteggiamenti di chi ha fatto della malavita una scelta.
Gli esperti di fenomeni sociali non hanno dubbi, zone come viale Nervi hanno bisogno di un profondo intervento di riqualificazione che consenta di individuare gli spazi idonei per agevolare l’aggregazione sana dei giovani, ma gli investimenti strutturali non possono prescindere dai progetti sociali volti a colmare i vuoti che la famiglia e la società lasciano nell’educazione dei ragazzi. Rimediare ai danni provocati dai tanti esempi negativi offerti da media e social.