10/01/2023 08:11:00
Era l’imprenditore “idolo” della Procura di Trapani, per un certo periodo. Con le sue dichiarazioni, pur tra molte contraddizioni, aveva permesso diverse operazioni sul fronte della lotta alla mafia ed al racket, Adesso rischia 21 anni per aver ordinato l’omicidio del cognato.
E’ Matteo Bucaria. Uno dei più noti imprenditori edili di Trapani. Ventuno anni e 5 mesi è la richiesta di condanna avanzata dal sostituto procuratore Sara Morri, nei confronti dell’imprenditore trapanese, accusato di essere il mandante del tentato omicidio del cognato Domenico Cuntuliano, avvenuto nel 2013. Secondo le indagini a sparare era stato l’ex fontaniere del Comune di Trapani, Gaspare Gervasi, arrestato su indicazione di Cuntuliano, e condannato a 12 anni.
Bucaria, per anni riferimento delle forze dell’ordine perché aveva denunciato richieste estorsive, venne arrestato nell’agosto 2020 ed ora è ai domiciliari. Il movente sarebbe un cospicuo indennizzo assicurativo ricevuto da Cuntuliano a seguito di un incidente stradale, di cui il cognato si sarebbe voluto appropriare. Durante il processo, Bucaria ha respinto ogni accusa.
Il 23 gennaio è previsto l’intervento dei difensori. L’avvocato Ninni Reina afferma: «Siamo fiduciosi di poter contestare tutti gli assunti, abbiamo elementi acquisiti per dichiarare l’inaffidabilità e insostenibilità delle accuse».
Gervasi, dicevamo, fu arrestato proprio su indicazione del Cuntuliano che riuscì a salvarsi dai colpi di arma da fuoco esplosi contro di lui da colui il quale doveva essere il suo sicario, che per fortuna riuscì solo a ferirlo anche gravemente. Proprio sul finire della sua detenzione Gervasi fu intercettato a scrivere dal carcere delle lettere a Bucaria, dove gli chiedeva denaro. Interrogato svelò che a Cuntuliano aveva sparato su incarico del cognato.